sabato 18 febbraio 2012

Siamo tutti greci


Qualche giorno fa ho parlato con una mia amica greca, volevo sapere da lei come stanno vivendo i greci questo momento terribile e storico perché volevo scriverne sul blog. Alla fine lei mi ha fatto una domanda: tu che faresti?
Le ho risposto che sarei andato a protestare in strada, ma niente di più. Non sapevo cos’altro fare. Scrivere mi aiuta a pensare, forse adesso una risposta ce l’ho.   

Ci avete fatto caso che sul retro di tutte le banconote in Euro ci sono disegnati dei ponti? Sono il simbolo di un sogno vano e sciagurato: unire dei popoli solo con la forza della moneta comune.
Vano, perché ci ha illuso che fosse l’inizio di un processo di unione che andasse al di là della finanza, ma che è sempre più lontano.
Sciagurato, perché i ponti servono a unire se c’è la pace e servono a invadere se c’è la guerra.
Ho sempre pensato che la mia generazione ha avuto una fortuna sfacciata: niente guerra, niente fame. Ma quando un popolo è ridotto alla disperazione senza usare i fucili, vuol dire che la guerra c’è. Solo le armi sono cambiate.  

Che colpa ha il popolo greco? Tanta, se ha consentito che un governo incapace, corrotto e spendaccione imperversasse nel paese per anni. Ma “incapace, corrotto e spendaccione” ricorda qualcosa anche a noi italiani.
Che colpa ha il popolo tedesco? La stessa, se ha consentito che un governo egemone pensasse solo a se stesso fregandosene di quei ponti. La locomotiva ha sganciato i vagoni, che vanno avanti solo per inerzia e stanno per fermarsi. Quando arriverà quel momento, i ponti torneranno utili solo alla Germania.

Alcuni greci pensano che la Germania stia puntando alla proprietà delle isole, per avere basi nel Mediterraneo. Scenario fantasioso? Forse no.
La polveriera israelo-iraniana può esplodere davvero, ambedue sono abbastanza pazzi per farlo succedere.
Gli inglesi hanno Malta, perché non pensare a una Creta germanica?
Ci aveva già pensato un certo Adolf, con l’aiutino di un tale Benito. I greci di lunga memoria non hanno dimenticato e hanno paura di nuovo:

(da Wikipedia, clicca per ingrandire)

Chi in Grecia ha ancora abbastanza lucidità per pensare, pensa al passato. Perché solo a quello si può pensare quando il futuro non c’è più.
Ma sono sempre di più quelli che invece non riescono più a pensare perché hanno un solo problema: riempire il piatto.
I bambini svengono a scuola e si vergognano di raccontare che non hanno mangiato, i genitori lasciano i bambini agli orfanotrofi, le aziende chiudono, il lavoro non c’è più, lo Stato è impotente di fronte ai diktat europei.
Ma il peggio è l’assenza di prospettive, non hanno più la speranza.   
La guerra è in corso, fa le sue vittime, e noi siamo tutti greci. Ormai la finanza ha perso il controllo di se stessa; a decidere delle nostre sorti sono algoritmi che girano nei computer delle borse. Non credo che ci sia al mondo qualcuno capace di predire come andrà a finire.
Sarà un nuovo mondo quello che ne verrà fuori, non necessariamente migliore.          

Io ho un dubbio: prima che quei ponti siano percorsi in un solo senso, sarebbe cosa buona e giusta farli saltare?
Ci dicono che se la Grecia uscisse dall’Euro sarebbe una catastrofe, ma se io guardo quel piatto vuoto e penso che nessuno mi sa dire quando e come lo riempirò, che altro devo temere?
E allora io greco mi dico: forse faremmo bene a fare da soli. All’inizio andrebbe ancora peggio, ma ci sarebbe un barlume di luce, quella della dignità ritrovata.
Con la dignità si fanno grandi cose, e i greci le hanno già fatte per tutti noi. Hanno insegnato le basi della convivenza al mondo intero, sono loro che ci hanno insegnato la differenza tra civiltà e barbarie. Neanche Roma sarebbe stata Roma se prima non ci fosse stata Atene.

Che direbbe Socrate adesso? Che ogni popolo ha bisogno delle proprie leggi, non di quelle degli altri. Se voglio sottostare alle leggi di Sparta vado a Sparta, ma se voglio restare ad Atene sono solo quelle le leggi che valgono.
Una Grecia fuori dall’Euro avrebbe vita durissima e tanta dignità. Rischiando di affogare s’impara a nuotare senza aspettare i salvagente degli altri.
La Grecia può tornare a percorrere quei mari di tanto tempo fa, quando ha portato la luce nel mondo.             

3 commenti:

  1. Che il destino della Germania sia ancora una volta quello di umiliare e conquistare? Questa non ce l'aspettavamo e, ancora una volta, stiamo alla finestra a guardare. Che cosa fa dei tedeschi il popolo leader in Europa? Perchè ancora loro? La storia non ci ha insegnato nulla?

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  2. Basta dare contro ai tedeschi. La Germania è un Paese che ha saputo integrare prima di altri e meglio di altri gli stranieri.
    Basti guardare la nazionale di calcio tedesca, nella quale giocano "tedeschi" che si chiamano Dennis Aogo, Jerome Boateng, Sami Khedira, Mesut Özil, Cacau, Mario Gomez e Miroslav Klose.
    Poi guardate i quadri della nazionale italiana o greca e fate il confronto. La realtà è che i tedeschi sono organizzati e tollerano a fatica i fanfaroni e i corrotti. Pensate alle recenti dimissioni del loro Presidente (questo è solo l'ultimo caso) e anche qui fate un debito confronto con Italia e Grecia.
    La storia sembra non insegnare niente ad altri. In particolare agli italiani, i quali sperano ancora che arrivi qualcuno a risolvere i loro problemi.
    Es lebe Deutschland.

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