domenica 15 maggio 2011

Il bombo fa discutere la scienza (ma lui se ne frega)


Diciamoci la verità, gli insetti simpatici sono pochi. A me vengono in mente le farfalle, le coccinelle e sopra tutti, il bombo: questo buffo micro-peluche che vola indaffaratissimo da un fiore all’altro in tutti i giardini. Mi è così simpatico che non mi stanco di osservarlo, mi piacerebbe diventare suo amico ma lui di me se ne infischia, credo che non sappia neanche che esisto, sigh. E non sa neanche che si è molto discusso di lui in ambienti accademici, e se ne discute ancora.      

La querelle scientifica sul bombo inizia, a quanto pare, nel 1934 quando l’entomologo Antoine Magnan scrive nel suo libro Il volo degli insetti: “spinto dai calcoli che si fanno in aviazione, ho applicato le leggi della resistenza dell’aria e sono arrivato alla conclusione che il volo del bombo è impossibile”.
In effetti, osservando l’apertura alare del bombo in rapporto alla dimensione della “fusoliera” anche un profano rileva che le ali sono apparentemente troppo piccole:


La discussione sul volo del bombo è continuata per decenni, al punto che il celebre ingegnere aeronautico Sikorsky, chiamando il bombo erroneamente calabrone, afferma:
“Secondo alcuni autorevoli testi di tecnica di aeronautica, il calabrone non può volare, a causa della forma e del peso del proprio corpo in rapporto alla superficie alare. Ma il calabrone non lo sa e perciò continua a volare”.

E’ vero, il bombo non sapeva. Ma chi sapeva meno di tutti era l’uomo: aveva inventato un aggeggio che vola, l’aeroplano, e poi, con un’operazione che oggi si chiamerebbe di “reverse engineering”, cioè tentando di risalire dalle ali del bombo ai calcoli necessari per costruirle, aveva semplicemente concluso che è impossibile fabbricare un bombo e farlo volare. La stessa sicumera tecnologica con la quale si era affermato che il Titanic non sarebbe mai potuto affondare.

Ma la natura ha affondato il Titanic e fa volare il bombo, e per fortuna la vera scienza non si accontenta. Diversi scienziati continuarono a pensare al bombo e sapevano che prima o poi, con i giusti strumenti d’indagine, sarebbero riusciti a capire. Fu negli anni ’50 e ‘60 che si poté cominciare a osservare al rallentatore il volo del bombo (la frequenza del battito è così alta che l’osservazione al rallentatore richiede apparecchiature molto sofisticate) e scoprire che il movimento delle ali è estremamente complesso: non battono solo dall’alto in basso, come quelle degli uccelli, ma ruotano anche su loro stesse avanti e indietro, come quando noi allarghiamo le braccia e facciamo ruotare in nostri polsi velocemente in un senso e nell’altro. Se poi contemporaneamente facciamo su e giù con le braccia, ecco, più o meno questo è il battito d’ala del bombo.     
Negli anni ’90, quando si comincia a sviluppare la tecnologia necessaria a progettare i Micro Air Vehicles, i micro-robot volanti (ovviamente di forte interesse militare), il mistero è svelato completamente. Il bombo vola grazie a un approccio misto aereo-elicottero, sfruttando le turbolenze create dal moto composto delle ali, che creano dei vortici che lo tengono su. Tant’è che il bombo artificiale è stato già progettato e simulato al computer:


Carino il micro-giocattolo, ma volete mettere il micro-peluche originale? Lui continua a volare imperturbabile e lo fa da quando noi non eravamo neanche in mente Dei.
Il bombo non può diventare mio amico perché non ha il cervello, ma io posso diventare amico suo, soprattutto ragionando non più in termini d’individuo ma di specie.
Le specie hanno tutte gli stessi diritti, e tutte il dovere, scritto nel codice genetico, del rispetto reciproco. Noi, la specie più sofisticata, facciamo fatica a capirlo.
Non sembra affatto, anzi, che facciamo progressi in questo senso. Ma se il bombo muore, non chiediamoci per chi suona la campana.         

5 commenti:

  1. tranquillo, non solo non muore ma pasce, visto che ormai le scatole di bombi sono un alleato indispensabile per tutti i serricoltori. semmai si potrà disquisire se questi individui appositamente riprodotti su grande scala solo per sfruttarne le capacità di impollinatori siano altrettanto "intelligenti" della razza selvatica; magari cercheranno di allungargli il pelame a scapito dell'efficienza del volo. ma volete mettere l'invidia di poter essere utilizzati come impollinatori? un po' il sogno dei maschietti di tutte le specie ...

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  2. nutrire rispetto per la zanzara, ecco la sfida!

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  3. nutrire rispetto per gli altri uomini e donne, ecco la vera sfida!

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  4. Io ho salvato la vita ad un bombo che il giorno dopo e' tornato a ronzarmi attorno per un secondo.. non sono sicuro se era per amicizia o per cosa.

    Si era infilato nella plafoniera, da dove l'ho tolto solo il giorno dopo quando non si muoveva ormai quasi piu. Si comportava come un ragnetto che non riesce ad uscire dalla vasca da bagno, impossibilitato a volare.

    Dopo avergli dato un po' di miele su un cartoncino, il sedere ha ricominciato a pulsare, (forse lo metabolizza in quel modo)e poi ha ripreso le forze come per miracolo, di colpo si muoveva come rivitalizzato.. ha anche girato il cartoncino perche' c'era del miele sotto e poi e' volato via, ma non subitissimo, ha fatto ben due giri di ricognizione prima di sparire. Qui il video della fine della storia :) http://youtu.be/zSB4gTD_x9Y

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