Caro Niccolò,
a poco più di dodici ore di vita, tuo nonno
già rompe.
Io vorrei dirti subito una cosa semplice, poi ti lascio crescere come solo la
natura saprà fare, ci risentiremo più in là (un bel po’ più in là…).
Innanzitutto vorrei farti vedere dove ti trovi; guarda questa foto e cliccaci su:
Guarda la grande palla di Saturno, poi guarda
meglio: proprio sotto l’anello c’è una stellina luminosa, la più luminosa. Anche quella è una palla, ma molto più piccola di Saturno, si chiama Terra e tu sei lì. Siamo tutti lì, ci siamo da molto molto tempo. Se si potesse ingrandire all’infinito la foto, scopriresti che quella
stellina è una
palla fatta
di oceani e continenti, e che
su un continente c’è una città con tanti tetti e sotto uno di quei tetti ci sei
tu.
I tetti sono una gran bella cosa, ti riparano
dal sole e dalla pioggia ma a volte bisogna alzare gli occhi al cielo aperto, perché sotto un tetto non riesci a
immaginare molto. Perché questo è il più grande augurio che ti faccio, di
scatenare la tua immaginazione senza tetti che tengano. Poi imparerai a
immaginare anche sotto un tetto, ma prima devi guardare bene il cielo, lasciarti succhiar via
dall’immensità.
Quando avrai imparato, guarderai quella foto
con occhi molto diversi. Viaggerai
con la fantasia dalla stellina alla grande palla misurando l’incredibile distanza, poi di nuovo dalla grande palla
alla stellina. Allo stesso tempo ti allontanerai tantissimo, uno zoom all’indietro vertiginoso, e vedrai quanto è piccolo il viaggio che hai compiuto
rispetto all’immensità.
Poi ti domanderai: ma chi ha scattato quella
foto? Come
ha fatto? La risposta è semplice: ci sono molte persone che hanno imparato a sognare l’immensità anche sotto un tetto, e la
loro immaginazione li ha spinti a studiare tanto per poter inventare macchine che volano tanto lontano, e che durante il viaggio si voltano indietro per scattare foto incredibili come
quella.
“Ah, va bene”, ti dirai, “ma che ce ne facciamo di queste cose che
sulla Terra non servono?”
Se avrai imparato a far volare la tua mente, ti risponderai da solo: “Io voglio conoscere! Io voglio sapere! Io
voglio volare più lontano ancora!” Sarai un granello dell’Universo, non più un cittadino della Terra.
Poi alcuni ti diranno che sei un po' "fuori". Ma sono loro troppo "dentro", si liberino dei tetti e guardino all'insù.
Poi alcuni ti diranno che sei un po' "fuori". Ma sono loro troppo "dentro", si liberino dei tetti e guardino all'insù.
Non so dirti come sarà il mondo quando sarai
grande, come saranno le persone, quali desideri e bisogni saranno più forti.
Però posso dirti che, da sempre, c’è stato qualcuno che ha saputo guardare il cielo e il mare, alzare il dito
verso l’orizzonte, viaggiare nel tempo e nello spazio fino al limite assoluto,
là dove resta solo
un’immensa domanda senza risposta.
Qualcuno c’è stato e ci sarà sempre, finché esisterà l’Uomo.
E se tu sarai uno di loro, non sarai mai infelice, qualunque cosa
ti succeda, perché la
tua enorme curiosità sarà più forte di ogni difficoltà. Avrai la certezza di far parte di qualcosa tanto più grande di
te, di una natura che può essere indagata per tutta la tua vita, senza mai accontentarti delle risposte facili. Quello
che scoprirai lo aggiungerai a quello che è stato scoperto prima di te, e servirà
ad altri come te che verranno dopo.
Ecco, questo è quello che voglio augurarti: di avere sempre voglia di
portare un
po’ di malta, ne basta pochissima,
al cantiere della
conoscenza. Ma senza sogni il cantiere non lo vedrai neanche se ce l’hai a un
palmo dal naso.
Ne parleremo quando sarà il momento. Ora
dormi, mangia, cresci, sogna, diventa forte, abbiamo tutti bisogno di te.
Tuo nonno.
P.S. Era tanto tempo che non scrivevo. Non
hai che un giorno e già hai fatto qualcosa per me!