sabato 20 aprile 2013

Mars One: follia, business, o sogno? Tutt'e tre.


Questi fanno maledettamente sul serio. Non sono vaneggiamenti, tra soli dieci anni inizierà la colonizzazione umana di Marte.
La mia prima reazione alla notizia è stata "hahaha".
La seconda reazione, a una lettura più attenta: "ma è orribile!".
La terza reazione, leggendo la fattibilità tecnica: "questi sono pazzi".
Quarta reazione, dopo aver letto tutto ma proprio tutto il sito del progetto, ascoltato tutte le interviste e aver raccolto altre informazioni da fonti terze: "porca vacca, funziona!". E poi non ci ho dormito.

Il progetto è olandese, la NASA non c'entra come non c'entrano altri enti governativi e stati, è tutto privato.
Quattro uomini raggiungeranno Marte nel 2023, e ogni due anni saranno raggiunti da altri quattro, per raggiungere il numero di 20 coloni nel 2033.
Per nessuno è previsto il ritorno sulla Terra, il che, sorvolando su alcune minuzie etiche e filosofiche, abbatte enormemente i costi. Questi ammontano, per il setup dell'insediamento su Marte e l'arrivo dei primi quattro astronauti-coloni, a 6 miliardi di dollari.
La parte principale del finanziamento arriverà dalla diffusione del più grande reality della storia della televisione: la selezione degli astronauti, l'addestramento, le prove in un insediamento gemello realizzato in qualche deserto terrestre, il viaggio verso Marte e i primi anni di vita della colonia.
So che state pensando "orribile", ma aspettate un attimo a scandalizzarvi, siete solo alla seconda reazione.
A questo punto guardate il breve video di presentazione (se cliccate sull'icona Youtube e vi partono i sottotitoli in italiano):


Poi potete andare sul sito del progetto (vi consiglio vivamente la sezione FAQ), oppure accontentarvi del modesto riassunto che segue.

"Mars One", il cui ispiratore, fondatore e pazzo principale è Bas Lansdorp, un ingegnere olandese, è una fondazione senza scopo di lucro, che possiede il 90% della "Interplanetary Media Group" (IMG) che a sua volta ha l'esclusiva sui diritti di diffusione del reality. Questo vuol dire che il 90% dei proventi, pubblicitari e non, andrà a finanziare la missione.


Bas Lansdorp

Diffidente, sono andato a cercare il sito della IMG e ho scoperto che non esiste, ma è stato registrato il dominio a nome di Bas Lansdorp, potete verificarlo qui. Questo vuol dire che eventuali immondizie berluscomorfe non hanno messo le grinfie sul reality. Io mi sento un po' meno scandalizzato. 

Tutta la tecnologia necessaria per il progetto, che è partito in segreto nel 2011 per poi svelarsi solo quando è risultato fattibile sia tecnicamente che finanziariamente, è già disponibile; lo studio di fattibilità è completo e ci sono già le lettere d'intenti dei fornitori, tra i quali l'Alenia che realizzerà i moduli abitativi. Ecco in breve le tappe:

2013:
selezione dei primi 40 astronauti e costruzione del modello in scala della colonia per l'addestramento.
2014:
produzione del primo satellite per le comunicazioni.
2016:
lancio verso Marte di una capsula con rifornimenti contenente 2500 kg di cibo.
2018:
lancio di un veicolo che determinerà la migliore posizione dell'insediamento.
2021:
lancio di altre sei capsule: due unità abitative, due di supporto vitale e due di rifornimenti, insieme a un secondo veicolo.
2022:
lancio del primo gruppo di quattro coloni.
2023:
sette mesi dopo, i primi coloni atterrano su Marte.
2025:
lancio del secondo gruppo di quattro coloni.
2033:
la colonia sarà ormai di 20 persone.

Come faranno a vivere? Molte risposte sono sul sito ma ve ne riassumo qualcuna: l'acqua sarà estratta dal suolo per evaporazione; l'ossigeno sarà ottenuto per elettrolisi dell'acqua e miscelato con l'azoto di cui l'atmosfera marziana è ricchissima, per ottenere aria. Il cibo sarà prodotto in serre a coltivazione idroponica e l'energia sarà ottenuta da pannelli solari srotolati sul suolo. Li vedete in quest'immagine, sono quelle strisce che sembrano coltivazioni:

   
I coloni vivranno nelle unità abitative gonfiabili che vedete espandersi dietro alle sei capsule principali:

(clicca per ingrandire)

dove avranno a disposizione 50 mq a testa e potranno muoversi liberamente con un normale abbigliamento terrestre. Per uscire all'esterno, dovranno indossare la tenuta astronautica che, oltre a fornire ossigeno, li proteggerà dalle radiazioni e dalla temperatura di -60° in media.

Al momento in cui scrivo, la raccolta delle candidature degli astronauti inizierà tra due giorni; ne saranno selezionati 40 e il loro addestramento durerà 8 anni. E' prevista la partecipazione del pubblico nella selezione finale del primo equipaggio.
Piccolo giallo: su Wikipedia in inglese si dice che sono state già raccolte 40.000 candidature, mentre sul sito ufficiale è detto che l'inizio della raccolta è imminente.
Comunque sia, quanti potranno desiderare di lasciare la Terra per sempre, con prospettive rischiosissime? Tantissimi, di pazzi è pieno il mondo e io sarei uno di quelli se avessi quarant'anni di meno e se non abitassi già su Marte da un pezzo.

Parliamo dei rischi. L'intero progetto è basato su una sequenza di operazioni tecnologiche, di cui non ne può fallire nessuna: rischio alto ma noto.
La salute fisica e mentale dei coloni: rischio alto e in parte ignoto. E se i coloni danno fuori di matto? Che ci facciamo qui? Andiamocene! Dove? Come? Suicidio.
Le radiazioni: sia durante il viaggio di sette mesi verso Marte, sia durante la permanenza sul pianeta, non sappiamo con certezza a che intensità di radiazioni saranno sottoposti i coloni. Sono possibili danni al sistema immunitario e tumori? C'è un ampio margine d'incertezza.
Infortuni: anche se un'attrezzatura di base sarà disponibile e due dei coloni riceveranno un'approfondita istruzione medica, un incidente che sarebbe banale sulla Terra può condannare un colono.     
La gravità: su Marte è il 38% di quella terrestre, i muscoli si inflaccidiscono, le ossa perdono densità, l'intero organismo deve adattarsi e probabilmente ci riuscirà, semplicemente per il fatto che passa da una gravità terrestre a una gravità più "facile".
E' molto probabile invece che i coloni non potrebbero, dopo anni di vita su Marte, riadattarsi alla gravità terrestre. Anche se fosse tecnicamente possibile tornare (ma per ora non lo è), non sopravviverebbero al 100% di gravità: non potrebbero muoversi e il loro cuore non riuscirebbe più a pompare.

Quindi è un viaggio sicuramente senza ritorno e con prospettive oscure.
Forse ricordate che abbiamo già parlato in passato di un'ipotetica colonizzazione di mondi molto più lontani, a proposto del progetto della "Astronave dei cento anni": affascinante e visionario ma al momento non c'è nessuna concretezza, mancano totalmente le basi tecnologiche che sono di là da venire. Però quel progetto avrà lo scopo di cercare mondi vivibili, mentre Mars One porterà l'uomo in un ambiente totalmente ostile. Perché? A fare cosa?

Una risposta è che la sete di conoscenza non può essere placata se non bevi, anche se sai che l'acqua potrebbe essere avvelenata. Mi viene in mente Marie Curie, che ben sapeva a cosa sarebbe andata incontro e non si fermò (lo sapete che tutti i suoi appunti sono ancora radioattivi?).
Un'altra è che abbiamo bisogno di stimoli per progredire nella ricerca e nell'apertura delle nostre menti; il nostro mondo è diventato ormai troppo piccolo.
Ma la risposta più importante non è razionale: quando abbiamo un sogno, niente può fermarci se lo vediamo realizzabile. Questo è sempre stato e sempre sarà il principale motore e la principale minaccia per l'avventura umana.

sabato 13 aprile 2013

In attesa della grande cometa: spettacolo o flop?


La grande cometa Donati del 1858 nel cielo di Firenze

Nell'aprile del 1997 ebbi una grande fortuna: fui chiamato al lavoro per un'emergenza alle tre del mattino. Era una notte ancora fredda, il cielo era limpidissimo e senza luna. Uscendo di casa ebbi la percezione che qualcosa di strano, lassù in cielo, stava richiamando la mia attenzione; ricordo che mi caddero le chiavi della macchina dalle mani e un brivido di paura mi percorse, perché vidi esattamente questo:

Hale-Bopp, aprile 1997
(Clicca per ingrandire)

L'avevo cercata tanto nei giorni precedenti, senza successo. Non mi spiegavo perché invece in quel momento fosse così evidente; come avevo fatto a non vederla prima?
Con le comete è così, ci vuole un po' di fortuna per trovarsi nelle condizioni ideali di osservazione. Un giorno niente, e il giorno dopo è lì, luminosissima, elegante, da mozzare il fiato. Era la Hale-Bopp, una delle comete più brillanti del secolo scorso.
Ma la natura ci promette qualcosa di ancora più straordinario per la prossima fine d'anno.

Prima di parlarne, però, diciamo facile facile cosa sono le comete. Palle di roccia e ghiaccio, soprattutto ghiaccio, che orbitano intorno al Sole con delle traiettorie perlopiù fortemente ellittiche e periodicità che va da qualche anno a milioni di anni. Quando si avvicinano al Sole i materiali volatili di cui sono composte, cioè acqua, metano e anidride carbonica, sublimano e formano una coda di lunghezza variabile da centinaia di migliaia a milioni di chilometri.

La lunghezza della coda dipende dal diametro del nucleo della cometa (da pochi metri a decine di chilometri) e dalla distanza che raggiunge dalla nostra stella. Più sono grandi e più passano vicine al Sole, più lunga sarà la coda. Le code in realtà sono due: una bianca, la più visibile, formata dalla sublimazione di cui dicevo prima e una blu, molto meno visibile, formata da ioni che si sprigionano dalla cometa per effetto delle tremende forze elettromagnetiche solari. Nella foto della Hale-Bopp qui sopra sono visibili ambedue le code. 

Ogni volta che una cometa periodica passa accanto al Sole, perde un po' di materia che finisce volatilizzata nella coda. Quindi dopo un certo numero di passaggi la cometa "muore", avendo perso tutte le sostanze volatili, e si riduce in un pezzo di roccia vagante nello spazio. 

Esistono poi le comete non periodiche, che percorrono orbite paraboliche o iperboliche e quindi sono destinate a farsi vedere una sola volta. Questo è il caso di ISON, che verrà a trovarci sul finire del 2013 promettendo uno spettacolo senza precedenti. Ma se il diavolo ci mette la coda, potrebbe anche non mantenere la promessa.

ISON, che deriva il nome dal programma di ricerca che l'ha scoperta nel 2012, l'International Scientific Optical Network, è una cometa con orbita iperbolica di tipo radente (cioè passerà molto vicina al Sole), probabilmente proveniente dalla Nube di Oort (ne abbiamo parlato qui). Il fatto che sia la prima volta che andrà incontro al Sole ne fa una cometa "vergine": i suoi materiali volatili sono ancora intatti, il che dovrebbe assicurare lo sviluppo di una coda molto lunga e spettacolare, assumendo una luminosità superiore a quella della luna piena e mostrandosi visibile anche di giorno.

Ecco un'ipotesi su come ci si presenterà:


Il momento di maggior vicinanza alla Terra sarà il 26 dicembre, a "soli" 60 milioni di chilometri, per poi proseguire verso il Sole che rasenterà ad appena 1.100.000 Km dalla sua superficie. Attualmente è un puntino visibile solo dai telescopi delle sonde; ecco un filmato girato dalla sonda Deep Impact il 17 gennaio, quando ISON si trovava a 793 milioni di chilometri da noi:


Dicevamo della possibilità che ISON ci deluda: il suo passaggio vicinissimo al Sole comporta il rischio che la cometa si disintegri privandoci dello spettacolo. Questo potrebbe accadere se le spaventose forze gravitazionali solari l'avessero vinta sulla forza di coesione del nucleo della cometa. Per il momento gli astronomi non si sbilanciano sulla probabilità che ciò accada, tra qualche mese ne dovremmo sapere di più.
Se invece andrà tutto bene, lo spettacolo sarà tra lo straordinario e lo stratosferico, forse al di sopra di qualunque altra apparizione di cometa a cui abbia assistito il genere umano.

Una cosa è invece già certissima: con l'avvicinarsi della data si moltiplicheranno le tesi catastrofiste e complottiste. Leggeremo che "I Maya si sono sbagliati solo di un anno", che "La NASA non dice tutta la verità", che "L'umanità sarà cancellata da un meteorite che si nasconde dietro a ISON". Aspettiamoci un numero speciale di Kazzenger.
Personalmente c'è un solo evento astronomico che aspetto con ansia: la comparsa della cometa selettiva, quella capace di far fuori solo gli imbecilli.