sabato 13 aprile 2013

In attesa della grande cometa: spettacolo o flop?


La grande cometa Donati del 1858 nel cielo di Firenze

Nell'aprile del 1997 ebbi una grande fortuna: fui chiamato al lavoro per un'emergenza alle tre del mattino. Era una notte ancora fredda, il cielo era limpidissimo e senza luna. Uscendo di casa ebbi la percezione che qualcosa di strano, lassù in cielo, stava richiamando la mia attenzione; ricordo che mi caddero le chiavi della macchina dalle mani e un brivido di paura mi percorse, perché vidi esattamente questo:

Hale-Bopp, aprile 1997
(Clicca per ingrandire)

L'avevo cercata tanto nei giorni precedenti, senza successo. Non mi spiegavo perché invece in quel momento fosse così evidente; come avevo fatto a non vederla prima?
Con le comete è così, ci vuole un po' di fortuna per trovarsi nelle condizioni ideali di osservazione. Un giorno niente, e il giorno dopo è lì, luminosissima, elegante, da mozzare il fiato. Era la Hale-Bopp, una delle comete più brillanti del secolo scorso.
Ma la natura ci promette qualcosa di ancora più straordinario per la prossima fine d'anno.

Prima di parlarne, però, diciamo facile facile cosa sono le comete. Palle di roccia e ghiaccio, soprattutto ghiaccio, che orbitano intorno al Sole con delle traiettorie perlopiù fortemente ellittiche e periodicità che va da qualche anno a milioni di anni. Quando si avvicinano al Sole i materiali volatili di cui sono composte, cioè acqua, metano e anidride carbonica, sublimano e formano una coda di lunghezza variabile da centinaia di migliaia a milioni di chilometri.

La lunghezza della coda dipende dal diametro del nucleo della cometa (da pochi metri a decine di chilometri) e dalla distanza che raggiunge dalla nostra stella. Più sono grandi e più passano vicine al Sole, più lunga sarà la coda. Le code in realtà sono due: una bianca, la più visibile, formata dalla sublimazione di cui dicevo prima e una blu, molto meno visibile, formata da ioni che si sprigionano dalla cometa per effetto delle tremende forze elettromagnetiche solari. Nella foto della Hale-Bopp qui sopra sono visibili ambedue le code. 

Ogni volta che una cometa periodica passa accanto al Sole, perde un po' di materia che finisce volatilizzata nella coda. Quindi dopo un certo numero di passaggi la cometa "muore", avendo perso tutte le sostanze volatili, e si riduce in un pezzo di roccia vagante nello spazio. 

Esistono poi le comete non periodiche, che percorrono orbite paraboliche o iperboliche e quindi sono destinate a farsi vedere una sola volta. Questo è il caso di ISON, che verrà a trovarci sul finire del 2013 promettendo uno spettacolo senza precedenti. Ma se il diavolo ci mette la coda, potrebbe anche non mantenere la promessa.

ISON, che deriva il nome dal programma di ricerca che l'ha scoperta nel 2012, l'International Scientific Optical Network, è una cometa con orbita iperbolica di tipo radente (cioè passerà molto vicina al Sole), probabilmente proveniente dalla Nube di Oort (ne abbiamo parlato qui). Il fatto che sia la prima volta che andrà incontro al Sole ne fa una cometa "vergine": i suoi materiali volatili sono ancora intatti, il che dovrebbe assicurare lo sviluppo di una coda molto lunga e spettacolare, assumendo una luminosità superiore a quella della luna piena e mostrandosi visibile anche di giorno.

Ecco un'ipotesi su come ci si presenterà:


Il momento di maggior vicinanza alla Terra sarà il 26 dicembre, a "soli" 60 milioni di chilometri, per poi proseguire verso il Sole che rasenterà ad appena 1.100.000 Km dalla sua superficie. Attualmente è un puntino visibile solo dai telescopi delle sonde; ecco un filmato girato dalla sonda Deep Impact il 17 gennaio, quando ISON si trovava a 793 milioni di chilometri da noi:


Dicevamo della possibilità che ISON ci deluda: il suo passaggio vicinissimo al Sole comporta il rischio che la cometa si disintegri privandoci dello spettacolo. Questo potrebbe accadere se le spaventose forze gravitazionali solari l'avessero vinta sulla forza di coesione del nucleo della cometa. Per il momento gli astronomi non si sbilanciano sulla probabilità che ciò accada, tra qualche mese ne dovremmo sapere di più.
Se invece andrà tutto bene, lo spettacolo sarà tra lo straordinario e lo stratosferico, forse al di sopra di qualunque altra apparizione di cometa a cui abbia assistito il genere umano.

Una cosa è invece già certissima: con l'avvicinarsi della data si moltiplicheranno le tesi catastrofiste e complottiste. Leggeremo che "I Maya si sono sbagliati solo di un anno", che "La NASA non dice tutta la verità", che "L'umanità sarà cancellata da un meteorite che si nasconde dietro a ISON". Aspettiamoci un numero speciale di Kazzenger.
Personalmente c'è un solo evento astronomico che aspetto con ansia: la comparsa della cometa selettiva, quella capace di far fuori solo gli imbecilli.

1 commento:

  1. Cercherò di re-esistere fino alla data prevista e cerca di non deludermi!

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