sabato 25 dicembre 2010

Seneca: la ricetta per vivere in eterno


Sono convinto che perseguire la conoscenza è un comandamento a cui tutti, secondo natura, dobbiamo sottostare. Come ogni altro essere vivente, l'uomo ubbidisce ad una legge a cui non può sottrarsi: riprodursi e propagarsi. Ogni specie adotta le sue strategie e ha i suoi atout, le sue specialità, per sopravvivere e generare altra vita.
La specialità del genere umano è l'intelligenza, ma dato che tutta la vita non gli basta per conoscere, deve lasciare il testimone a quelli che verranno dopo di lui.  Dunque, è necessario creare quelli che verranno dopo. Ecco che il metazoo vertebrato mammifero primate Homo Sapiens utilizza la sua specializzazione biologica per non estinguersi.
Il premio è l'eternità, perché in questo succedersi di intelligenze che si sommano la dimensione tempo scompare: non è più il mio tempo ma il tempo dell'uomo. Il sempre che si sostituisce all'ieri, all'oggi e al domani. 
Devo dire che quando uno pensa cose così, è sempre dubbioso di essere un po' fuori di testa. Perciò, quando ho scoperto che Lucio Anneo Seneca le ha dette incomparabilmente meglio di me duemila anni fa, ho provato una grande emozione.
Vorrei rendervene partecipi lasciando la parola a lui: ho estratto brani dal De brevitate vitae cercando di dare continuità al discorso e mi sono preso pure la libertà, per rendere più fruibile il suo pensiero, di apportare piccole modifiche alla bella traduzione di Tommaso Gazzarri.
E' con grande piacere che cedo lo spazio del blog al Maestro:                    

I soli che possono affermare di disporre del proprio tempo sono quelli che si dedicano all'esercizio della conoscenza, sono i soli a vivere davvero. Perché non hanno cura soltanto della loro vita: aggiungono ogni vita alla propria. Fanno tesoro di ogni anno che è trascorso prima di loro.

A meno di non essere sommamente ingrati, dobbiamo riconoscere che gli iniziatori e i continuatori delle grandi dottrine sono nati per noi, ci hanno preparato a vivere la vita. E' il loro impegno che ci consente di raggiungere mete straordinarie che dalle tenebre sono restituite alla luce; nessuna epoca ci è preclusa, siamo ammessi a tutte, e se ci piace uscire dalle miserie dell'umana fragilità per mezzo della grandezza d'animo, molto è il tempo per il quale spaziare.

Possiamo dialogare con Socrate, dubitare con Carneade, trovar pace con Epicuro, dominare la natura umana con gli stoici, oltrepassare i confini con i cinici. Visto che la natura ci permette di accedere a questo possesso comune di ogni tempo, perché non ci volgiamo con tutto l'animo, movendo da questo misero e caduco volgere di tempo, verso ciò che è immenso, che è eterno, che possiamo dividere con gli spiriti migliori?

Sono davvero impegnati coloro che ogni giorno vorranno coltivare la più stretta intimità con Zenone, Pitagora e Democrito e gli altri sacerdoti della conoscenza come Aristotele e Teofrasto. Nessuno di loro si negherà, nessuno di loro congederà chi gli fa visita senza averlo reso più felice e amico, nessuno di loro vorrà mai che riparta a mani vuote. E' possibile frequentarli di notte come di giorno.
Nessuno di loro ti costringerà a morire, tutti te lo insegneranno, nessuno di loro consumerà i tuoi anni, tutti aggiungeranno i loro ai tuoi, nessuna conversazione con loro sarà foriera di pericoli, non pagherai la loro amicizia con la vita, il rendergli omaggio non sarà costoso. Prenderai da loro tutto ciò che vorrai. Non saranno loro a impedirti di attingere a tuo piacimento. Quale serenità, quale bella vecchiaia attende chi si è messo sotto la loro protezione!

Siamo soliti dire che non abbiamo potuto scegliere i genitori, ma che ci sono stati dati a caso; ma per gli uomini virtuosi è possibile nascere secondo il proprio arbitrio. Vi sono famiglie di nobilissimi ingegni: scegli quella in cui vuoi essere adottato. L'adozione non sarà solo di nome ma comprenderà proprio quei beni che non dovrai custodire squallidamente e con taccagneria: si accresceranno quanto più li metterai in comune. Quelli ti offriranno una via verso l'eternità, e ti eleveranno a quel luogo dal quale nessuno può essere precipitato. Questo è l'unico modo di prolungare la condizione mortale, anzi di trasformarla in immortalità.

La vita del saggio è dunque assai estesa, non è imprigionata dagli stessi limiti degli altri: lui solo non deve sottostare alle leggi del genere umano, tutti i secoli gli ubbidiscono quasi fosse un dio.
E' trascorso un certo tempo? Lo fa suo col ricordo. E' presente? Se ne avvale. Ha da venire? Lo pregusta. La capacità di riunire insieme tutte le dimensioni del tempo gli rende la vita lunga.

Al contrario, è brevissima e intrisa di preoccupazioni la vita di coloro i quali disconoscono il passato, non si curano del presente, hanno timore del futuro. Quando giungono alla fine, quei disgraziati si accorgono troppo tardi di aver impiegato il loro tempo a non far nulla. I loro stessi desideri sono pieni di paure e agitati da mille timori. E proprio nel massimo momento di godimento si insinua il pensiero angoscioso: "Tutto questo quanto durerà?"

Concludo con l'augurio a tutti i pensanti che trovino il tempo, la voglia, e l'emozione di far proprio questo messaggio che ci renderebbe tutti infinitamente migliori.

Post correlato: La Scuola di Atene


Brani tratti da De brevitate vitae, traduzione di Tommaso Gazzarri, ed. Mondadori.

sabato 18 dicembre 2010

UBS: a grandi passi verso il passato


Spero che facciano il giro del mondo le 44 pagine del "codice di abbigliamento" recentemente distribuito alle truppe UBS. Sarebbero da spanciarsi dal ridere se non fossero invece una testimonianza dei tempi cupi che viviamo. Il documento originale del codice, in francese, lo trovate qui.

Scritto con cura maniacale, descrive nel più piccolo dettaglio, fino ai peli del naso (è vero, non è una battuta), come deve apparire un perfetto soldatino UBS: da come fare il nodo della cravatta (rigorosamente griffata UBS) a quanti accessori possono indossare le signore, quanti i signori, il colore della biancheria intima, delle calze, i centimetri del polsino che devono sporgere dalla manica della giacca, quanti bottoni della giacca devono essere abbottonati (ma attenzione, da sbottonare quando seduti!), come ci si pettina, ci si lava, ci si profuma, quanto aglio e cipolla (non) è consentito mangiare.


Il capolavoro: le signore soldatesse non cedano alla tentazione di "provare profumi nuovi durante la pausa pranzo". Potrebbro rovinare l'aroma UBS.
La saggia considerazione che indossare un orologio "suggerisce affidabilità e grande cura della puntualità" è accompagnata da un oscuro avvertimento: "purché non sia una minaccia per la sicurezza del lavoro". Forse bisognerebbe spiegare a UBS che non tutte le cose che ticchettano sono bombe.

E' assolutamente incredibile, sembra uno scherzo ma è tutto vero. Ma l'apoteosi giunge quando il meticoloso estensore del codice UBS si fa prendere la mano e scala vette spirituali: "un'apparenza impeccabile procura la pace interiore".
Il parallelo con i "fogli di disposizioni" di Achille Starace, di fascistissima memoria, è inevitabile e impressionante.


Eccovi alcuni estratti testuali dal codice UBS e dal "Vademecum dello Stile Fascista" (VSF), a voi giudicare:

UBS: "Indossare la cravatta UBS è assolutamente imperativo."
VSF: "E' fatto assoluto divieto di portare il collo della camicia nera inamidato."
UBS: "Il colletto della camicia deve spuntare per 1 - 1,5 centimetri dal collo della giacca."
VSF: "Spesso in luogo del prescritto pantalone nero lungo, o del pantalone nero corto, con stivali neri, viene indossato un pantalone a righe, residuo di tight!!! Il commento è superfluo."
UBS: "Indossare una cintura nera è sempre obbligatorio."
VSF: "Nelle cerimonie ufficiali niente tubi di stufa sulla testa, ma la semplice camicia nera."  

Mi pare superato ogni limite di ragionevolezza; anzi di ragione non ce n'è più traccia. Una delle raccomandazioni recita che una giacca dalle spalle troppo larghe, "fa apparire la testa troppo piccola". Ci sono altre cose, cara UBS, che fanno apparire la testa ancora più piccola.

mercoledì 8 dicembre 2010

I miracoli li fa solo la scienza


Tutto arriva a chi sa aspettare, e la scienza non delude. Ecco la storia di un miracolo che miracolo non fu.

Alla fine della prima guerra mondiale si contarono in Europa circa 8.000.000 di combattenti morti, ovviamente quasi solo maschi. Negli anni tra il 1915 e il 1925, "miracolosamente" le nascite di figli maschi s'impennarono paurosamente, come a bilanciare di nuovo il rapporto maschi/femmine normale. Lo stesso accadde, sia pure in misura minore, negli anni tra il 1945 e il 1950:

(clicca per ingrandire)

Ovviamente, il fenomeno fu portato ad esempio dell'intervento della divina provvidenza che tutto sa, tutto vede e opera di conseguenza (già che c'era, avrebbe potuto non far scoppiare la guerra, non era più facile?).
Purtroppo per questa tesi fideistica, uno studio del 2008 dell'Università di Newcastle ci spiega in maniera molto convincente che cosa è accaduto.         

Come si sa, il sesso del nascituro è determinato dal cromosoma (X o Y) che viene trasmesso dal padre. Si è sempre pensato, prima di questo studio, che la quantità di cromosomi X e Y che viene trasmessa all'atto della fecondazione è più o meno uguale ed è il caso a determinare quale sarà il cromosoma "fortunato".
Lo studio in questione ha studiato la genealogia di un migliaio di famiglie, risalendo fino al 1600, per scoprire che chi ha più fratelli tende a generare figli maschi e chi ha più sorelle tende a generare figlie femmine. Questo fa presupporre l'esistenza di un gene, cosiddetto del "fiocco azzurro" che determina una maggiore quantità di cromosomi Y trasmessi. I portatori del gene tenderanno a generare più figli maschi.

Supponiamo che nel 1914, allo scoppio della guerra, ci sia stata una famiglia con tre figli maschi e una femmina e un'altra con tre figlie femmine e un maschio (quattro figli sono un numero normale per l'epoca). Nella prima famiglia il papà e i figli maschi sono evidentemente portatori del gene "fiocco azzurro", nella seconda no. Se tutti i maschi sono partiti per la guerra, in quale delle due famiglie è più probabile che almeno un maschio faccia ritorno a casa sano e salvo?
Ecco che dopo la guerra la popolazione maschile in età riproduttiva subisce un forte sbilanciamento verso i portatori del "fiocco azzurro" e, di conseguenza, il numero di nascite maschili registra un forte incremento.

E' possibile, ma questa è una speculazione tutta mia, che il gene abbia avuto una valenza in tempi molto remoti, quando per centinaia di migliaia di anni i maschi erano tutti in giro a cacciare e le femmine tutte a "casa" ad accudire i  piccoli. Esposti alle intemperie e alle catastrofi naturali, i poveri maschi potevano essere decimati da alluvioni, incendi, eruzioni vulcaniche, terremoti e guerre territoriali. Chissà, forse il Neanderthal non aveva il "fioccco azzurro" e per questo è scomparso.
E' solo una teoria, il gene "fiocco azzurro" non è stato ancora identificato. Ma i dati genealogici raccolti parlano molto chiaro.
E' come quando si ipotizza l'esistenza di un pianeta solo per la perturbazione delle orbite degli altri, non per evidenza diretta: è il caso di Nettuno, scoperto nel 1846 esattamente nel punto dove si ipotizzava la sua esistenza perché le orbite degli altri pianeti, perturbate, facevano ritenere che fosse proprio lì.

Resto in fiduciosa attesa dell'evidenza del gene "fiocco azzurro". Preferisco aspettare una risposta che arriverà piuttosto che cercarne di più facili e immediate.
            

giovedì 2 dicembre 2010

Accademia della raccolta differenziata

Solo un brevissimo post per esporre semplicemente un fatto, senza nessuna opinione e neanche un'impressione.

Dunque, ho trovato su internet una meravigliosa guida alla raccolta differenziata dei rifiuti. E' talmente bella che ve la faccio vedere. Nella prima pagina (che vedete sopra) si vedono i colori di riferimento per identificare il tipo di rifiuto, e nella seconda le regole di consegna, sia a domicilio che nelle "isole ecologiche attrezzate" dove puoi portare qualunque tipo di rifuto e trovi la consulenza per differenziarlo: 


Dalla pagina 3 comincia un'impressionante lista alfabetica che dura parecchie pagine dove si può trovare qualunque rifiuto immaginabile e le regole di trattamento. Io per esempio ho avuto una risposta ad un vecchio dilemma personale: dove devo gettare una lampadina? Ecco una delle pagine alfabetiche:


Bella, vero? Adesso andate a vedere dove l'ho trovata:  qui.

Falla spazio-temporale di un universo parallelo? Come al solito, non so.