Come spostandoci di qualche fuso (e di qualche cultura) cambia tutto
Essere disponibili a punti di vista diversi dal nostro, spesso sigillato da meccanismi mentali arrugginiti e talvolta immodificabili, apre una prospettiva infinita di espansione culturale.
E’ così anche con le nostre “feste comandate”, di cui il Capodanno è uno dei pilastri.
Così, affacciandoci dalla confortevole finestra delle nostre tradizioni per scoprirne altre, scopriamo che può accadere in alcune parti del mondo che di capodanni ce ne siano due per ognuno dei nostri anni. E’ accaduto nel 2008, quando il capodanno islamico è caduto la prima volta il 10 gennaio e la seconda il 28 dicembre. Questo perché l’anno islamico è basato sui cicli lunari e non su quelli solari, risultando l’anno leggermente più corto di quello gregoriano. In questo modo l’anno è più corto di circa 11 giorni, un mese ogni tre anni, dando luogo di tanto in tanto al fenomeno del doppio capodanno. Il primo mese dell’anno è muharram, che contiene la radice haram, proibito. La stessa radice, guarda caso, è presente nella parola harem. Non sempre il 1° muharram è una festa: lo è con un carattere particolarmente gioioso in nord Africa ma, dato che si commemora la morte del nipote del Profeta (ucciso nella battaglia di Kerbela del 10 muharram dell’anno islamico 61), presso gli sciiti è osservato il digiuno obbligatorio per dieci giorni, facoltativo per i sunniti.
Guardando poco lontano (ma al di là di un solco culturale profondo anni luce), vedremmo che il capodanno ebraico cade sul nostro calendario con un ciclo estremamente complicato, basato sul cosiddetto ciclo metonico (dal nome dell’astronomo greco Metone), cioè sia sul ciclo lunare che su quello solare. In base a questo calcolo, gli anni sono di 12 o 13 mesi e i mesi di 29 o 30 giorni; quest’alternanza consente l’allineamento, ogni 19 anni, con il calendario solare. E pensare che tutto questo complesso meccanismo è stato inventato nel 5° secolo a.C.!
Il capodanno religioso vero e proprio (ce ne sono altri due, quello agricolo e quello sincronizzato con lo Yom Kippur) cade il giorno 1 del mese di Nissan, anche detto mese del Pesach (che ricorre il 14), la Pasqua ebraica con cui si celebra l’Esodo. Non vi sfuggirà l’assonanza tra Pesach e Pasqua: anche se le due feste hanno, ovviamente, un significato completamente diverso, la parola Pasqua deriva dall’originale ebraico.
Spostandoci un po’ più a est ma non troppo, in Russia c’è un capodanno “nuovo” e ufficiale il 1° gennaio e un capodanno “vecchio” e ufficioso il 13 gennaio. Tra il vecchio e il nuovo c’è di mezzo lo zar Pietro il Grande, illuminato e riformatore, che nei primi del ‘700 decretò l’adozione del calendario gregoriano attuale e l’abbandono del vecchio calendario giuliano, il quale differiva ormai dal calendario del resto d’Europa di ben 13 giorni.
Ma le tradizioni russe, per fortuna, sono dure a morire. Ancora oggi molti festeggiano, sia pure in tono minore, anche il capodanno “vecchio” del 13 gennaio, con una cena del tutto speciale. E’ una festa minore, tradizionale e più intima.
Infine spingiamoci di molto verso levante per trovare il calendario lunare cinese, molto simile, per la composizione dei mesi e degli anni, a quello ebraico. Quindi ancora una volta un complicato meccanismo di successione di anni di 12 e 13 mesi che fa sì che il capodanno (Hsin Nien) cada in coincidenza della prima luna nuova dopo l'entrata del Sole nel segno dell'Acquario, sempre tra il 21 gennaio ed il 19 febbraio.
Il capodanno cinese è la festa della Primavera, una delle più sentite in Cina come in molti altri paesi dell’estremo Oriente. I festeggiamenti durano due settimane durante le quali si alternano momenti di festa e di preghiera, momenti in famiglia ed altri per le strade addobbate a festa.
Non mi resta che concludere con un grande augurio per il nuovo anno: che si possa tutti viverlo con mente aperta e accogliente come mai prima.