domenica 23 giugno 2013

JP Morgan dixit: i diritti sono un problema


Il 28 maggio 2013 sarà da ricordare: per la prima volta il potere economico ci comunica, nero su bianco, dove andremo a finire.
JP Morgan, il colosso finanziario sotto accusa negli Stati Uniti per essere stata la causa scatenante della crisi dei mutui sub prime, ha pubblicato una ricerca (testo integrale qui) sull'integrazione economica europea, che analizza le ragioni dell'attuale stato di disintegrazione, auspicando quella che ormai possiamo chiamare la "soluzione finale".
L'analisi giunge alla considerazione che sempre di più l'Europa si sta convincendo che i suoi problemi, prima che economici, sono politici, e che è necessario risolvere prima questi ultimi. E, per farlo, i paesi dell'Europa meridionale devono liberarsi dal fastidiosissimo retaggio antifascista, nonché di alcuni inconcepibili diritti che non è più il caso di garantire.    
Il passo fondamentale a pagina 12:

Le costituzioni mostrano una forte influenza socialista, riflettendo la forza dei partiti di sinistra all'indomani della caduta del fascismo. I sistemi politici della periferia tipicamente mostrano le seguenti caratteristiche: 
- esecutivi deboli;
- stato centrale debole verso le regioni;
- protezione costituzionale dei diritti dei lavoratori;
- sistema di ricerca del consenso che foraggia il clientelismo   politico;
- il diritto di protestare se avvengono cambiamenti sgraditi che modificano lo status quo politico.  

E conclude affermando che l'Italia sarà un importante banco di prova dei necessari cambiamenti. 

Non so se avete anche voi fatto un salto sulla sedia, ma almeno ora è tutto chiaro, nero su bianco: il fascismo va restaurato, i diritti eliminati, soprattutto quello odiosissimo di protestare. Zitti e buoni, che è grasso che cola se ogni tanto vi concediamo un tozzo di pane e, se fate i bravi, anche una partita di pallone. Se poi ci fate pure il piacere di morire, ve ne saremmo grati.
Ora si capisce bene perché "i 40 saggi" devono mettere mano alla Costituzione, con un risultato che sarà di gran lunga peggiore di quello che otterrebbero se prendessero 40 persone qualunque dalla strada. 

Il rapporto di JP Morgan precede di pochi giorni quello di Mediobanca Securities che prevede il default dell'Italia entro sei mesi, articolo qui. Le banche italiane sono alla frutta, una gigantesca crisi dei mutui è alle porte e, se il governo dell'inciucio non si dà una mossa (trovare 75 miliardi subito, indovinate dove) la Grecia in confronto sarà una passeggiata.  
Cercasi volontario che spieghi la situazione ad Alfano, purché supportato da una flebo di neuroni liofilizzati.

Sarà un caso, ma proprio in questi giorni la mia banca italiana mi ha comunicato una deliziosa "proposta unilaterale" (la chiamano proprio così) di riduzione di dieci volte del tasso creditore: da 0.25% a 0.025%. Ma naturalmente è solo una proposta, se voglio posso recedere dal contratto. Carini, no? Se per caso non ci credete vi allego la comunicazione:

Clicca per ingrandire 

Io, uomo della strada, non mi chiedo più dove andremo a finire: ormai lo so.
Mi rimane da capire una cosa: fino a quando si potrà trattenere un popolo bello incazzato dal posare il telecomando per impugnare una mazza da baseball? 
Urge una rivoluzione: campionato di calcio su 12 mesi, mondiali permanenti e festival di San Remo mensile. Se poi vogliamo addirittura un lavoro, impariamo a cantare e a tirar di pallone, chissà.