sabato 29 gennaio 2011

Chi dei due è Bingo-Bongo?

Pinco

Pallino

C'è stato un esponente politico italiano che ha affermato recentemente, a proposito di un altro esponente politico: "Un nero non può essere italiano, figuriamoci parlamentare".
Chi l'ha detto? Per scoprirlo facciamo un giochino: vi faccio vedere i CV di due politici e voi indovinate.

CV Signor Pinco:
- Laurea in Medicina
- Dentista

CV Signor Pallino:
- Laurea in Filosofia
- Laurea in Scienze Politiche
- Docente di Intercultura all'Università di Bologna
- Docente di Geografia Economico-Politica all'Università Tor Vergata di Roma

Sarà stato il Signor Pinco o il Signor Pallino a pronunciare cotanta verità? Volete ancora un aiutino? Ecco i libri pubblicati dal Signor Pallino:

- Africa, la pentola che bolle (EMI, 2003)
- Congo, Ruanda, Burundi. Le parole per conoscere (Editori Riuniti, 2004)
- L'Africa in pista. Storia, economia e società (SEI, 2006)
- Il problema dell'altro (Cooperativa l'Altrapagina, 2007)
- Per una convivialità delle differenze. In ascolto di altre culture (idem, 2009)

Libri pubblicati dal Signor Pinco:

ehm... forse ci sono problemi su Internet, non riesco a trovarli... saranno sicuramente numerosi, accidenti alla tecnologia...

Eh lo so, anche con questi aiuti è difficile. Forse è meglio ricordare le circostanze. Il Signor Pallino aveva osato contestare al Signor Pinco lo splendido biglietto di auguri natalizi da lui ideato:


Ma già che (per mia incapacità) non sono riuscito a trovare i libri di Bingo-Bongo (ehm, scusate, del Signor Pinco), vorrei sopperire riconoscendogli la strenua difesa della storia millenaria e della cultura padane, e per far ciò vi riporto testualmente la voce "Padania" dell'Enciclopedia Treccani:

ma cacchio, NON E' POSSIBILE! Non c'è! La cultura in Italia è veramente ai minimi termini! Poi dice che uno vota Lega.. e ti credo, questo è oscurantismo!

A' Bingo-Bongo, mi è venuta un'idea. Qua il problema culturale è serio. Portiamo il verbo padano in tournée in giro per il mondo: io faccio il terrone (che mi viene bene) e tu il padano (che ti viene benissimo).
Siccome andremo in luoghi sperduti e disagiati, portati una piccola vasca a forma di chitarra*.


Fine dell'indovinello. ecco le identità dei due protagonisti:
Pinco: Bingo-Bongo
Pallino: Jean-Leonard Touadì
Comunque vi ho ingannato, perché chi dei due abbia detto la frase razzista, non riesco proprio a immaginarlo.


* Quando i soldati "padani" nel 1861 fecero razzia degli arredi della reggia di Caserta, prepararono un diligente inventario degli oggetti trafugati. Nella lista si legge, tra gli altri, "piccola vasca a forma di chitarra".

I poveretti non avevano mai visto un bidet.

sabato 22 gennaio 2011

A caccia di Nèmesi: altro che 2012

Nemesis di Alfred Rethel (1816-1859). Museo dell’Ermitage, San Pietroburgo.

La divulgazione scientifica è una gran bella cosa: rende accessibile e comprensibile ai più ciò che altrimenti resterebbe appannaggio di pochi. E' sviluppo della conoscenza.
Occorre grande prudenza, però. Fornire una serie di informazioni senza alcuna distinzione tra verità provate, teorie, congetture e mere fantasie distorce l'informazione e crea ignoranza, non conoscenza. E l'effetto è veramente nefasto sui ragazzi, ancora acerbi nella loro capacità di giudizio.
Chiamo divulgazione quella di Piero Angela; chiamo teatrino tragicomico quello di Roberto Giacobbo e delle sue idiozie sul 2012. Uno potrebbe anche farsi quattro risate guardando Voyager, ma il pensiero che qualcuno potrebbe esserci cascato è tragico. La scienza sacrificata sull'altare dello spettacolo, si dice. Eppure ha più pubblico Angela di Giacobbo: si può fare divulgazione con tanta audience, sempre che si trovino degli Angela e non dei Giacobbo. Speriamo.

Questa filippica introduttiva anti-Voyager mi serve per parlare con serietà di una ricerca scientifica poco nota: la ricerca di Nèmesi. Una ricerca che potrebbe rivoluzionare la storia della  vita sulla terra; è basata su un'ipotesi non dimostrata ma molto promettente. E' il compito della scienza: fare ipotesi che aprano campi di ricerca nuovi per dimostrarle o sconfessarle.

Anche i bambini sanno che i dinosauri si sono estinti tutti insieme. E' molto meno noto, invece, che non sono solo i dinosauri ed essersi estinti 65 milioni di anni fa: oggi si ritiene che circa il 70% di tutte le specie animali scomparve nello stesso momento. Questa è verità scientifica, anche se la percentuale più vicina al vero è ancora oggetto di discussione: lo studio dei fossili presenti negli strati geologici è unanimemente considerata prova sufficiente di questa teoria.
Perché questa estinzione di massa? La teoria più accreditata, e anche questo lo sanno in molti, è quella dell'asteroide o della cometa che cadde sulla Terra provocando una sorta di "inverno nucleare" che rese il pianeta invivibile per molti anni e per molte specie, quelle più in alto nella scala evolutiva.
Sappiamo con certezza che questo tipo d'impatto cosmico è avvenuto più volte nel tempo (presenza dei crateri d'impatto sulla superficie terrestre), sappiamo che uno di questi impatti avvenne proprio 65 milioni di anni fa, non sappiamo con certezza che fu questa la causa dell'estinzione; però gli indizi e il calcolo degli effetti di un impatto del genere ne fanno la spiegazione più plausibile. Altrimenti detto, nessuno scienziato si è presentato con una spiegazione più plausibile di questa. 

Ho detto che sappiamo che un impatto ci fu 65 milioni di anni fa. Come facciamo a saperlo? Dalla straordinaria concentrazione di iridio presente nello strato geologico corrispondente a quell'epoca.
L'iridio è un metallo pesante e non reattivo, della stessa famiglia del platino, normalmente presente in piccolissime quantità sulla superficie terrestre. Ne sono invece molto ricchi asteroidi e comete; la presenza massiccia di iridio in uno strato geologico è prova dell'impatto con un corpo celeste all'epoca della formazione dello strato.

Di più: nel 1984 i paleontologi Raup e Sepkoski rilevarono eccezionali concentrazioni di iridio in tre siti geologici e in più strati, intervallati tra di loro con un periodo di 26 milioni di anni. Scavando scavando, c'erano strati d'iridio in grande quantità ogni 26 milioni di anni, e da questa constatazione ricavarono una teoria: la frequenza d'impatto di corpi celesti sulla Terra non era casuale, ma pilotata da un evento extra-terrestre periodico, come uno sciame di meteoriti che passasse da queste parti con un periodo di tempo determinato.         
Accolta con scetticismo, la teoria però indusse altri scienziati a investigare sulla presenza di iridio in altri siti: questa concordanza di periodicità fu riscontrata in ben 50 siti geologici in tutto il mondo. Ce n'era abbastanza perché la teoria giustificasse l'apertura di nuovi campi di ricerca per formulare nuove ipotesi. 

L'ipotesi diventò astronomica: che cosa può scontrarsi con la Terra ogni 26 milioni di anni? Il periodo fa pensare a un'orbita intorno al sole fortemente ellittica di qualcosa; che cosa? Una cometa? Potrebbe essere, ma allora perché non si distrugge e torna ogni volta? Uno sciame di comete?
Per capire dobbiamo parlare di un'altra ipotesi: quella dell'esistenza della cosiddetta "nube di Oort" che sembrerebbe essere un "serbatoio di comete" che si trova all'esterno del sistema solare ma non troppo lontano da questo, dal quale arriverebbero tutte le comete di lungo periodo, come la Hale-Bopp che molti di noi hanno potuto osservare nel 1997. E' una teoria per ora difficilmente dimostrabile perché la nube è troppo oscura e lontana per essere osservata con i mezzi attuali. Tuttavia è condivisa da moltissimi astronomi; anche in questo caso non è stata ancora formulata un'ipotesi migliore per la provenienza delle comete di lungo periodo.

Dunque, ipotizzando vera la nube di Oort, due gruppi indipendenti di astronomi sono arrivati a formulare questa teoria: il nostro Sole ha una stella compagna che gli gira intorno con un'orbita fortemente ellittica, che la porterebbe ogni 26 milioni anni a perturbare la nube di Oort provocando un grande afflusso di comete verso il sistema solare. L'ipotetica stella è stata battezzata Nèmesi (la dea della vendetta), o più prosaicamente "stella della morte".
E' una bella teoria, non tanto perché è suggestiva, ma perché ha una buona speranza di verifica. I telescopi di nuova generazione e quelli messi in orbita come il WISE (Wide-Field Infrared Survey Explorer) hanno buone possibilità di provarne l'esistenza; forse non c'è molto da aspettare.

Se fosse provata, è una teoria straordinaria come poche: la storia della vita sulla terra sarebbe dettata da un evento astronomico periodico; sapremmo che l'umanità avrebbe, almeno sulla Terra, al massimo un futuro di 13 milioni di anni (siamo infatti a metà del ciclo di 26); e avremmo la prova dell'esistenza della nube di Oort. Stay tuned.  

Piccolo corollario sull'estinzione dei dinosauri: se non ci fosse stata, con tutta probabilità noi umani non esisteremmo. I mammiferi rappresentavano buona parte della dieta dei dinosauri carnivori; dopo la loro scomparsa l'evoluzione dei mammiferi conobbe una forte accelerazione che porterà fino a noi. Se ci fossero ancora Tirannosauri, Velociraptor & C., saremmo ancora poco più che piccoli roditori

Spero di aver raggiunto due scopi: il primo di raccontarvi una teoria straordinaria poco nota; il secondo di illustrare come dovrebbe procedere la divulgazione scientifica senza indulgere alla spettacolarità.

Per chi volesse approfondire:

domenica 2 gennaio 2011

L'amore più grande del mondo


Prima soffrivo molto nel vederla stare con gli altri e non con me; adesso mi sono abituato e, anche se sono molto solo, me ne faccio una ragione. Lei non sa però che quando non c’è vago alla ricerca delle sue tracce: talvolta ritrovo il suo profumo intenso e me ne riempio le narici, quasi illudendomi perfettamente della sua presenza; allora, per goderne più a lungo, mi siedo e mentre socchiudo gli occhi scivolo inevitabilmente in un sonno leggero.

E’ un sonno con un occhio solo, perché ho paura di perdere il momento in cui la rivedrò davvero; ma riesco sempre a sognarla, sempre. I miei sogni riempiono tutte le sue assenze, tutti i suoi tradimenti, tutte le sue trascuratezze; non ho bisogno neanche di perdonarla, perché non ha colpe ai miei occhi. La cosa peggiore che allora mi può capitare è sognare che lei sia in collera con me, a volte succede; mentre dormo mi agito e mi lamento, finché un rumore provvidenziale non mi toglie dall’incubo: no, non è ancora lei, ma è meglio che io mi sia svegliato.

Ecco i suoi amici, sono contento di vederli: presto arriverà anche lei, ne sono certo; anche loro sono molto gentili con me, ma non è la stessa cosa: mi aiutano solo ad immaginarla ancora una volta, e per questo non mi vergogno di mostrare loro la mia gratitudine.

Eccola, eccola! Oh, quanta sofferenza vale la pena di sopportare per momenti come questo! Ti prego, guardami, guardami negli occhi, accarezzami! Sì, così, ancora, ancora! Voglio morire adesso, quando sei tutta per me, quando la mia felicità raggiunge la perfezione. La pace si impadronisce del mio essere, potrebbe succedermi qualunque cosa ma non ho paura: ora c’è lei e l’intero universo è mio. Sì, lei è proprio tutto quello che ho e tutto quanto mi basta, non chiedo nient’altro; solo sapere che esiste e vivere per una sua carezza che arriverà, non importa quando, per poter scodinzolare per lei, accucciarmi accanto a lei.

Il nero del mio pelo si confonde ormai con l’oscurità della notte; lei dorme e io l’ascolto dormire. Domani è un altro giorno della mia vita di cane, un altro giorno di grandi gioie con lei; forse mi farà uscire, forse addirittura senza guinzaglio. Indugio ancora un poco ad ascoltare il suo respiro; una tranquilla grattatina, e poi il muso mi crolla sul tappeto.

Mi è tornato alla mente questo raccontino che ho scritto più di dieci anni fa, perché l'altra notte ho sognato il mio cane immaginario, quello che oggi vorrei e non ho. Era grande, nero, con le grandi orecchie pendenti.
Dedicato a tutti quelli che desiderano un cane e per tante ragioni non possono; a chi ha perso il suo cane, a chi ne sente la mancanza. A tutti i padroni che sanno che quello che ho scritto è vero.