sabato 7 maggio 2011

Addio iPad, benvenuto Kalashnikov


Caro Barak,

è tutto sbagliato e tu lo sai. Non c’è bisogno che te lo dica io che le scene di giubilo davanti alla Casa Bianca ricordano molto quelle mediorientali con i mitra e i bazooka puntati al cielo. Non c’erano mitra, c’erano solo dita a V ma l’effetto era lo stesso.

Hai raccontato che prima dell’azione ti sei preso una notte di riflessione. Hai ritenuto di fare la scelta meno sbagliata, hai scelto la ragion politica a scapito del diritto. Forse, però, non hai valutato tutto.

Forse quella notte la prima cosa che ti è venuta in mente è che al terrorismo si deve contrapporre lo stato di diritto, non la legge del taglione né la spada biblica. L’hai studiato, i tuoi buoni maestri te l’hanno detto. Un processo è la giusta risposta alla cultura della violenza. Elementare, Watson.
E’ un buon principio, ma lo stato di necessità può condurre anche un bravo leader a una deroga.
E la necessità, anzi l’assoluta obbligatorietà di scegliere il bene dell’America e del mondo (perché è questo che hai pensato) ha generato la deroga.     

Quella notte tu hai pensato alla tua rielezione che è fortemente in dubbio. Sai bene di portare nel tuo nome e sulla tua pelle lontani riflessi poco americani, sai bene che il tuo popolo è troppo ignorante e sai ancor meglio che i repubblicani si attaccano a qualunque inezia su di te per indebolirti.
Poi sai anche benissimo di essere molto migliore di quel minus habens del tuo predecessore, e di questo tutti i normo-pensanti del mondo ti danno atto, così come delle tue battaglie sociali.

Probabilmente ne hai concluso che è troppo importante per l’America e per il mondo che tu sia rieletto, pazienza se rischiamo un’orribile vendetta di al-Qaida.
Hai pensato che la cattura ed il successivo processo a Bin Laden sarebbero stati troppo pericolosi. Sarebbe durato molti mesi durante i quali ogni virgola e soffio di vento sarebbe stato oggetto di speculazioni dei tuoi avversari. No, non potevi rischiare. E questo ti ha portato alla scelta, secondo te, meno sbagliata.

Secondo me, invece, la più sbagliata. E se io dovessi malauguratamente avere ragione, il prezzo da pagare è ben più alto della tua mancata rielezione o dell’eventuale vendetta terroristica.
Quella notte c’è qualcosa che non hai pensato. Non hai pensato che da cinquant’anni il mondo intero si abbevera alla “cultura” americana; forse tu non lo percepisci come lo percepiamo noi europei.
E’ la merce di gran lunga più esportata dal paese a stelle e strisce: economia, politica, abitudini, gusti, consumi, perfino l’arte. Se una cosa l’hanno fatta gli americani vuol dire che si può fare. Se una cosa viene dagli USA, è buona.
E qualche giorno fa noi abbiamo importato un’idea nuova che ci sorprende ma è buona e giusta, perché è americana: addio iPad, benvenuto Kalashnikov

  

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