Dato che hanno speso
8 miliardi di € per trovarlo, allora uno si dice: “dovrà pure servire a
qualcosa ‘sto bosone, sennò in galera, cari scienziati!” Allora ho cercato di
capirci qualcosa di più prima di partire con un forcone alla volta di Ginevra.
Innanzitutto il nome:
“particella di Dio” è sbagliato ma fa
presa.
In inglese è “the God particle”, cioè la “particella-Dio”, senza “di”. Così ha un senso (poi vediamo
perché), anche se ai fisici, giustamente, non piace.
Ma, a sua volta, il nome
inglese arriva da un libro di fisica divulgativa di Leon Lederman del 1993, in
cui è presentata per la prima volta al grande pubblico l’ipotesi del bosone.
Il
titolo del libro è “La particella-Dio: se
l’Universo è la risposta, qual è la domanda?” Ma l’autore l’aveva chiamata
“the goddamn particle”, “la particella maledetta”, riferendosi
alla difficoltà di avere la prova della sua esistenza. Questa “maledizione” non
era piaciuta all’editore, che chiese all’epoca di cambiarla con il riferimento
a Dio. Bravo editore, se avesse messo il copyright sul nome sarebbe ricco.
Il bosone invece, deve il suo nome al
fisico indiano Satyendra Nath Bose, che ha collaborato con Einstein in
diverse ricerche di fisica atomica.
Ecco la storia del
nome; faremmo bene tutti a riferirci alla particella semplicemente come bosone di Higgs, i fisici ce ne saranno
grati e i giornalisti vadano al diavolo.
E adesso ecco quello che
ho capito, sperando di aiutare anche voi e sperando anche che nessun fisico
legga le stupidaggini che seguono.
Siamo nel campo della
particelle più piccole che esistano, molto molto più piccole di un atomo. Ma
proprio moltissimo, se pensiamo che in un atomo ce ne possono stare alcuni
miliardi. Tutte queste particelle (ne sono stati scoperti, fino a ora, una
ventina di tipi) vanno come matte, tutte alla velocità della luce, non
rallentano mai.
Però sappiamo per
certo che sono queste particelle che compongono tutti gli atomi i quali però, come
possiamo sperimentare da soli, non vanno alla velocità della luce. Almeno i
miei, non so i vostri. Io al massimo riesco a farli correre abbastanza solo
quando sto per perdere l’autobus. Perché le particelle a un certo punto rallentano,
si mettono insieme e formano gli atomi? Che cosa le costringe a farlo e come?
E non solo: tutte le
particelle sono talmente piccole da non avere una massa. Com’è possibile che i
miei atomi invece pesino fin troppo, come dice la mia bilancia?
Ecco le due domande
dette in maniera meno colorita: come si spiega la formazione della materia
“lenta” a partire da particelle che fino a un microsecondo prima andavano come
schegge? Come si spiega l’esistenza della massa?
Se partiamo dalle
particelle scoperte fino a ieri, non riusciamo a trovare nessuna spiegazione.
Tant’è che il fisico Peter Higgs, quasi cinquant’anni fa, ha fatto un’ipotesi:
secondo lui doveva esistere un’altra particella, più pesante delle altre, che
aveva la funzione di aggregare le altre particelle tra di loro, rallentarle, formare
la materia e la sua brava massa. Questa particella avrebbe dovuto formarsi,
come tutte, dalla collisione delle altre, ma molto più raramente.
Calcola che ti
ricalcola, è risultato evidente che per avere qualche speranza di “vedere” il
bosone sarebbe stato necessario produrre in laboratorio almeno 500 milioni di
collisioni di particelle al secondo, naturalmente alla velocità della luce.
Detto fatto. Ecco a voi l’LHC
(Large Hadron Collider) del CERN di Ginevra:
Il perimetro dell'LHC nella pianura ginevrina
Qualche miliarduccio di €, e i
fisici hanno realizzato il loro sogno. Un tunnel circolare di 27 chilometri
costellato da 1600 giganteschi magneti che accelerano le particelle e le fanno
scontrare.
Qualcosa come duemila fisici da tutto il mondo (molti dagli USA, tiè) sono
arrivati a Ginevra per giocare con l’LHC.
E adesso l’hanno
visto, Higgs aveva ragione. Eccolo, il bosone che scaturisce da una collisione,
attrae le altre particelle, crea un ingorgo che le costringe a rallentare, l’ingorgo
diventa sempre più fitto, si forma il primo atomo…
Che cosa cambierà?
Non credo che in fila alla posta per pagare le bollette avremo molti benefici
dal bosone, però sono contento perché la scienza ha fatto davvero un gran passo.
I fisici avevano
catalogato tutte le particelle componenti la materia in un cosiddetto “modello
standard” che stava in piedi solo se si fosse riempita l’ultima casella del
modello, quella del bosone. Ora non si lavora più su ipotesi; tutti gli
sviluppi futuri nel campo della fisica delle particelle non potranno essere
minati alla base dal dubbio della correttezza del modello standard. E chissà
quante altre cose sarà possibile fare con l’LHC…
Dicevo prima che
“particella-Dio” ha un suo senso. Se fosse esistito un Creatore, secondo voi a
quale particella si sarebbe rivolto per creare la materia?
“ ’a boso’, famme ‘n atomo d’idrogeno…”
E la luce fu.
In realtà, adesso
sappiamo “come” ma siamo sempre lontanissimi dal “perché”, la risposta che
tutti cercano pur sapendo che non ci sarà mai.
Almeno lo spero, che
ne sarebbe altrimenti della mia voglia di sapere? Perché mai dovrei scrivere su
un blog se avessi la risposta alla domanda delle domande?
Ora ti posto sia su FB che si G+, te lo meriti!Scialla!
RispondiEliminaLa particella di Dio ? Oppure é Dio che ha formato la particella ? Boh.... meglio una barca da pesca nei caraibi.
RispondiEliminaTi dice niente questa fantasia ? E' ancora fantasia ? Ti ricordi ?
Se non ti firmi, ho almeno tre ipotesi...
RispondiEliminaBellissimo articolo e complimenti per il blog, finalmente ho capito cos'è questo maledetto ( come diceva Lederman ) bosone.
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