sabato 12 novembre 2011

Licenza elementare 1903 - Montecitorio 2011


1903 
5a elementare - scolaro Antonio Gramsci. Componimento:
 
"Se un tuo compagno benestante e molto intelligente ti avesse espresso il proposito di abbandonare gli studi, che cosa gli rispon­deresti?"

"Carissimo amico,

Poco fa ricevetti la tua carissima lettera, e molto mi rallegra il sapere che tu stai bene di salute. Un punto solo mi fa stupire di te; dici che non ripren­derai più gli studi, perché ti sono venuti a noia. Come, tu che sei tanto intelli­gente, che, grazie a Dio, non ti manca il necessario, tu vuoi abbandonare gli studi? Dici a me di far lo stesso, perché è molto meglio scorrazzare per i campi, andare ai balli e ai pubblici ritrovi, anziché rinchiudersi per quattro ore al giorno in una camera, col maestro che ci predica sempre di studiare perché se no reste­remo zucconi.
Ma io, caro amico, non potrò mai abbandonare gli studi che sono la mia unica speranza di vivere onoratamente quando sarò adulto, perché come sai, la mia famiglia non è ricca di beni di fortuna.

Quanti ragazzi poveri ti invidiano,  loro  che  avrebbero voglia di studiare, ma a cui Dio non ha dato il necessario, non solo per studiare, ma molte volte, neanche per sfamarsi.
Io li vedo dalla mia finestra, con che occhi guardano i ragazzi che passano con la cartella a tracolla, loro che non possono andare che alla scuola serale.

Tu dici che sei ricco, che non avrai bisogno degli studi per camparti, ma bada al proverbio "l'ozio è il padre dei vizi." Chi non studia in gioventù se ne pentirà amaramente nella vecchiaia. Un rovescio di fortuna, una lite perduta, possono portare alla miseria il più ricco degli uomini. Ricordati del signor Fran­cesco; egli era figlio di una famiglia abbastanza ricca; passò una gioventù brillan­tissima, andava ai teatri, alle bische, e finì per rovinarsi completamente, ed ora fa lo scrivano presso un avvocato che gli da sessanta lire al mese, tanto per vivacchiare.

Questi esempi dovrebbero bastare a farti dissuadere dal tuo proposito. Torna agli studi, caro Giovanni, e vi troverai tutti i beni possibili.
Non pigliarti a male se ti parlo col cuore alla mano, perché ti voglio bene, e uso dire tutto in faccia, e non adularti come molti.

Addio, saluta i tuoi genitori e ricevi un bacio dal
Tuo aff.mo amico Antonio"
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2011
Roma - intervista di “Le iene” all’On. Angelo Cera (UDC):

“Che cos’è lo “spread”?”
“Le famiglie ormai hanno totalmente messo... si sono completamente disseccate di quei pochi risparmi messi da parte per cui si consuma molto di più rispetto a quello che si produce. Lo spread cos’è? È la differenza tra quello che si produce e quello che uno realmente spende”.

“Che cos’è Standard & Poor's?”
“Guarda io l’inglese non lo conosco”.

Sono passati 108 anni. Cera sarà mantenuto dallo Stato a vita. Anche Gramsci è stato mantenuto dallo Stato fino alla morte. Nel carcere di Turi.  

5 commenti:

  1. Ettore,
    questo paragone è impietoso e cade come una mannaja su tutti quanti noi che reggiamo questo sistema.
    Anche nel nostro piccolo abbiamo visto chi si fa largo nella società cosiddetta "competitiva" che viviamo.
    Questo è l'amaro destino che incombe su tutti quanti.

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  2. "Ma io, caro amico, non potrò mai abbandonare gli studi che sono la mia unica speranza di vivere onoratamente quando sarò adulto, perché come sai, la mia famiglia non è ricca di beni di fortuna."

    Questo è un punto interessante. Mi chiedo: quanti, attualmente, ritengono gli studi "l'unica speranza di vivere onoratamente"? E, nella società attuale, la cultura in generale è ancora riconosciuta come valore assoluto?

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  3. Io credo che la cultura sia ancora un valore, a meno che non ci accontentiamo di essere solo governati senza partecipazione. Gli ultimi anni in Italia ci hanno impietosamente mostrato cos'è un parlamento di schiaccia-bottoni; la parte più ottimista di me dice che dovevamo toccare questo fondo ma ora si risale. Dovevamo sentire un "ministro" affermare che "con la cultura non si mangia" per poi scoprire che non si mangia comunque. Allora, sempre quella parte inguaribilmente ottimista dice che abbiamo imparato che per costruire bisogna sapere. Il "know what" al posto del "know how".
    In questo giorno di giubilo (moderato, quello lì è ancora a piede libero) la parte pessimista la faccio tacere.

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  4. la domanda è : quale cultura? che cosa si insegna oggi nelle scuole e all'università? Credo che tu abbia imparato di più, infinitamente di più, da autodidatta che non a scuola (media unificata).
    Per questo il più grande nerito possibile è quello di trasmettere amore per la cultura. Appunto il tuo merito.

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  5. Ma la cultura viene irrisa sistematicamente dalla massa che preferisce crogiolarsi in una beata ignoranza.
    Purtroppo noi esseri umani siamo bravi a teorizzare cose buone e giuste, ma di fronte a un milione di euro (o euri, o dollari) subiamo la passione del nostro desiderio.

    Alcuni subiscono la passione del proprio desiderio anche di fronte ad un misero piatto di lenticchie.

    La democrazia sta mostrando i propri limiti ed è ormai degenerata in un abisso. Il desiderio dei potenti non ha limiti (anche il nostro non ha limiti, il nostro limite è di non essere potenti). Un giorno un arioso crollo ci sommergerà. Noi resteremo lì, con il naso in mezzo alla faccia, e con pensieri cupi. Esattamente come il vecchio e stanco servitore Firs, di cui tutti nel partire si sono dimenticati. E poi che le luci si spengano.

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