sabato 19 novembre 2011

Usciti dal coma?



Paolo Flores d’Arcais sul Fatto Quotidiano dà una definizione mirabile e impossibile da non condividere per capire da che cosa (forse) l’Italia sta venendo fuori:

[Quella di Monti è una destra] abissalmente diversa dalla destra del signorotto di Arcore, dal carrozzone berlusconiano di bravacci e lacchè, grassatori e tromboni, prostitute e prosseneti, che in questi interminabili anni di buio civile hanno occupato tutti i gangli vitali del paese e saturato gli schermi di servo encomio e codardo oltraggio.
Quest’orgia di mediocrità miracolata, villania cortigiana, ghigno osceno, prepotenza ribalda, ha imposto alla scienza di riabilitare Lombroso e ha costretto la politologia a branca della criminologia. Con il governo Monti tutto questo finisce. Non più sugli scranni di governo i Brunetta e le Santanchè, i Sacconi e i La Russa, o ministri la cui articolazione di pensiero si esprime solo nel dito medio e nel borborigmo: che sia “liberazione”, almeno sotto il profilo estetico e antropologico, nessuno potrà discuterlo, se ha occhi per vedere e orecchie per intendere.

E’ stato l’inferno e mi viene in mente Dante: e quindi uscimmo a riveder le stelle.
Ma, forse, lo avremmo detto di qualunque governo diverso dal precedente fosse venuto.
Non posso dire di essere entusiasta: Monti non ha ancora cominciato e già alcune cosette non mi piacciono: il fortissimo legame con le banche, il ministro dei Beni Culturali rettore di un’università privata, il ministro dell’ambiente nuclearista e “tavvista”. Dulcis in fundo, i salamelecchi a Ratzinger. Un governo tecnico me lo immaginavo ben laico. 

Perciò penso a malincuore che va bene così. Se c’è una via per venir fuori dalla crisi europea, è questa. Se c’è una via per ridimensionare la Casta, è questa. Se c’è una via per togliere la vergogna al Paese, è questa.
Ma non è la via per restituire una speranza duratura: questa è costruita solo dal pensiero libero dagli interessi e dura molto di più di un governo, anche di più delle nostre vite.
Abbiamo bisogno di una società nuova, di princìpi ma non di prìncipi. La chiave è non pensare più per noi e per il nostro piccolo mondo: è troppo tardi. Dobbiamo pensare solo per il grande mondo, per i nostri nipoti e pronipoti. Tutto il contrario di ciò che avviene oggi.    
Su questo siamo ancora a prima dell’alba, dovremo ancora lavorare e studiare tanto. Senza l’aiuto di Monti.       

2 commenti:

  1. APPLAUSI! APPLAUSI! soprattuto per i princìpi senza prìncipi, un sogno praticamente per un paese che è ancora diviso in feudi e feudatari, nobili e gleba. Purtroppo non credo che Monti potrà compiere il miracolo così come non credo che gli italiani che hanno votato i loro splendidi rappresentanti in Parlamento lo permetteranno. Peccato!

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  2. sono fondamentalmente d'accordo: difficilmente, qualcosa potrà essere peggio rispetto a quello che abbiamo passato...

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