Non è un miscredente come me che grida all’imbroglio, ma la Chiesa stessa almeno fino al 1963. Poi tutto cambia: un’escalation di riabilitazioni che si concluderà con la santificazione del 2002.
E’ una storia poco edificante, non tanto per il povero fraticello vittima di un’esaltazione mistica (o isterismo, secondo alcune diagnosi) e che comunque ha fatto del bene, ma per il Vaticano, reo di un bieco sfruttamento commerciale.
L’interessamento della Santa Sede per il fenomeno di San Giovanni Rotondo inizia nel 1919, quando da alcuni anni era cominciato il pellegrinaggio dei fedeli in seguito ai fenomeni “soprannaturali” la cui fama aveva già fatto il giro del mondo.
Una prima indagine è condotta da un luminare dell’Università di Roma, Bignami, ordinario di patologia medica: secondo lui le "stigmate" erano cominciate come prodotti patologici (necrosi neurotonica multipla della cute) ed erano state completate, forse inconsciamente per un fenomeno di suggestione, con un mezzo chimico, per esempio la tintura di iodio.
Nel 1920 arriva la stroncatura di Padre Agostino Gemelli, consulente del Sant’Uffizio:
“È un bluff... Padre Pio ha tutte le caratteristiche somatiche dell'isterico e dello psicopatico... le ferite che ha sul corpo... fasulle... frutto di un'azione patologica morbosa... un ammalato si procura le lesioni da sé... si tratta di piaghe, con carattere distruttivo dei tessuti... tipico della patologia isterica. Uno psicopatico, autolesionista e imbroglione.”
In quel momento esistono già le prove che Padre Pio aveva ordinato al farmacista Dott. Vista acido fenico e veratrina, due sostanze perfettamente in grado di procurare, e soprattutto di mantenere aperte, le lesioni alle mani.
Nel 1921 ancora un’indagine condotta dal vescovo di Volterra conduce (nel 1923) al decreto del Sant’Uffizio di “non constat de supernaturalitate” dei vari prodigi attribuiti a Padre Pio, addirittura negati dallo stesso interessato. Il popolo gli aveva attribuito un gran numero di guarigioni portentose che si rivelarono fasulle.
Con la consueta velocità dei processi vaticani, solo nel 1931 si arriva al decreto di condanna di Padre Pio, al quale è vietata la celebrazione della messa in pubblico e vietato l’esercizio della confessione.
Naturalmente le confessioni non cessarono affatto, la fede popolare era travolgente e più forte del Vaticano. Aumentarono invece le visite illustri a San Giovanni Rotondo: nel 1938 Maria José di Savoia, poi i reali di Spagna, la regina del Portogallo in esilio, Eugenio di Savoia e moltissimi altri. Nel 1950 fu istituito un servizio di prenotazioni per la confessione.
Intanto la Chiesa era in uno stato di impasse del tipo “condanno ma intanto osservo e tollero”, e così si andò avanti fino al pontificato di Giovanni XXIII, il quale scrive:
“Con la grazia del Signore io mi sento calmo e quasi indifferente come innanzi ad una dolorosa e vastissima infatuazione religiosa il cui fenomeno preoccupante si avvia ad una soluzione provvidenziale. Mi dispiace di Padre Pio che ha pur un’anima da salvare, e per cui prego intensamente.
L’accaduto - cioè la scoperta per mezzo di filmine, si vera sunt quae referentur, dei suoi rapporti intimi e scorretti con le femmine che costituiscono la sua guardia pretoriana sin qui infrangibile intorno alla sua persona - fa pensare ad un vastissimo disastro di anime, diabolicamente preparato, a discredito della S. Chiesa nel mondo, e qui in Italia specialmente.
Nella calma del mio spirito, io umilmente persisto a ritenere che il Signore faciat cum tentatione provandum, e dall’immenso inganno verrà un insegnamento a chiarezza e a salute di molti.”
Nella calma del mio spirito, io umilmente persisto a ritenere che il Signore faciat cum tentatione provandum, e dall’immenso inganno verrà un insegnamento a chiarezza e a salute di molti.”
(Dal Corriere della Sera del 25 ottobre 2007)
Papa Giovanni sarà l’ultima voce critica della Chiesa nei confronti di Padre Pio. Nel 1964, Paolo VI reintegrerà il fraticello nel pieno delle funzioni religiose.
Contemporaneamente, chissà perché, la gestione finanziaria delle opere di Padre Pio passa al Vaticano.
Contemporaneamente, chissà perché, Padre Pio modifica il suo testamento: la Santa Sede è nominata erede universale di tutti i beni della Casa Sollievo della Sofferenza.
Franceso Forgione, in arte San Pio, morirà nel 1968. Morirà da ingannato per non essere più ingannatore.
Per la memoria di un uomo buono, un po' esaltato, è stato un prezzo troppo alto da pagare.
Il forgione della cristianità, questo è stato SatanPio, ha forgiato(modificato)satanicamente il vero senso di Dio e Gesù Cristo...poveri noi..
RispondiEliminae chi ci salva adesso.
Io mi rifuggio in Cristo, fatelo anche voi...
e dite la verità.
non è un problema che mi riguarda sono dichiarazioni a dir poco deliranti a dirlo è un ateo
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