domenica 11 settembre 2011

Non dimentichiamo l'altro 11 settembre


"Trabajadores de mi Patria, tengo fe en Chile y su destino.
Superarán otros hombres este momento gris y amargo en el que la traición pretende imponerse.
Sigan ustedes sabiendo que, mucho más temprano que tarde, de nuevo se abrirán las grandes alamedas por donde pase el hombre libre, para construir una sociedad mejor. ¡Viva Chile! ¡Viva el pueblo! ¡Vivan los trabajadores!
Estas son mis últimas palabras y tengo la certeza de que mi sacrificio no será en vano, tengo la certeza de que, por lo menos, será una lección moral que castigará la felonía, la cobardía y la traición."

(Ultimo discorso alla radio di Salvador Allende, 11 settembre 1973)

Quell'11 settembre del '73 muore suicida (forse) Salvador Allende, controverso presidente del Cile, dando inizio ai più bui diciassette anni della storia del paese: la dittatura Pinochet. 

Il coinvolgimento dell'amministrazione Nixon nel colpo di stato è provato e incontrovertibile. Il processo Allende di statalizzazione delle miniere di rame, delle banche, delle imprese sostenute da forti interessi americani, doveva essere fermato.
Sono illuminanti le parole del Segretario di Stato Henry Kissinger al momento dell'elezione di Allende: 

"Non vedo perché dovremmo restare con le mani in mano a guardare mentre un Paese diventa comunista a causa dell'irresponsabilità del suo popolo. La questione è troppo importante perché gli elettori cileni possano essere lasciati a decidere da soli."

In un primo tempo gli USA avevano tentato d'impedire l'elezione di Allende, che non faceva mistero di voler "socialistizzare" il Cile, e in un secondo favorirono, anche con imponenti finanziamenti (che supereranno i 10 milioni di dollari nel 1972), il colpo di stato che lo deporrà. 

Lo stesso Dipartimento di Stato americano pubblicherà nel 2000 il "rapporto Hinchey" che prova il coinvolgimento della CIA e la violazione dei diritti umani da parte americana in quel paese. Il testo del rapporto è qui.   

Su Pinochet non c'è bisogno di dire, solo magari ricordare le cifre:
- 3.000 assassinati
- 30.000 torturati   
- 2.000 "desaparecidos"
Queste sono le cifre ufficiali del rapporto cileno della Comisión Nacional de Verdad y Reconciliación del 1991. Facile immaginare che siano cifre ridimensionate.

Perciò, ci tengo a non dimenticare questo primo 11 settembre. E, consentitemi, voglio anche chiaramente affermare che chi di 11 settembre ferisce, di 11 settembre perisce.   

Riprendo le ultime parole di Allende:
"Sappiate che, più prima che poi, si apriranno di nuovo i grandi viali per i quali passerà l’uomo libero, per costruire una società migliore." 
Siamo in febbrile attesa.



Nessun commento:

Posta un commento