sabato 4 settembre 2010

Quale civiltà possiamo opporre?


Sta scatenando un putiferio la pubblicazione del libro "La Germania si distrugge da sola" di Thilo Sarrazin, membro del direttorio della Bundesbank (probabile l'espulsione) che paventa la "islamizzazione" della Germania e accusa la politica d'immigrazione tedesca di essere cieca e sorda di fronte alla minaccia. Non l'ho letto, se non alcuni spezzoni pubblicati qua e là nei quali sento odore di Mein Kampf :
"Ci preoccupiamo del clima del mondo tra 100 o 500 anni. Perché dovremmo essere interessati al clima tra 500 anni, quando il  programma tedesco per l’immigrazione sta lavorando per l’estinzione dei tedeschi?".

Sento in giro, e capisco, un diffuso senso di preoccupazione per l'immigrazione islamica. Credo che la preoccupazione sia giustificata, perché una società così permeata dalla religione, nella quale è difficile distinguere tra diritto e dottrina, farebbe fare un balzo indietro all'Europa di cinquecento anni. Ma credo anche che se il nostro modello di società dovesse soccombere, sarebbe solo colpa nostra.
Quale civiltà possiamo opporre? Su quale etica possiamo contare per contrastare con princìpi ferrei chi ci volesse imporre quella dei libri sacri? Quella dell'iPod?
Ogni etica basata sul divino è più forte di nessuna etica. E noi non abbiamo più idee, perché le abbiamo sostituite con gl'interessi. Chi ha annullato la modalità dell'essere in favore di quella dell'avere soccomberà.

Tornare all'essere, ecco la nostra difesa. Conoscere, istruire, sviluppare investendo nel sapere. Mandare a casa i governanti che non hanno altro riferimento che il denaro, cacciare via i mercanti dal tempio. Rivedere i nostri modelli di vita, insegnare ad accontentarsi, essere fieri di non avere, fieri di pensare e fieri di non guardare la televisione. Fieri di aver capito che non è con il possesso delle cose che soddisfiamo la nostra brama di piacere. Rifondare la nostra etica, ecco la priorità per non soccombere.
Ho tanta speranza in un futuro così, e tanta paura che non sarà così.

Per non dare adito a dubbi, non è l'Islam in particolare che mi preoccupa. Non dimentichiamo che la Biblioteca di Alessandria è stata rasa al suolo tre volte, la prima dai Romani, la seconda dai Cristiani, la terza dai Musulmani.
E' tempo di capire che ricostruirla è un'emergenza assoluta. E poi, dovremo difenderla con i denti contro chiunque la voglia piena solo di libri sacri.

3 commenti:

  1. Ettore, credo che hai centrato il punto: l'ignoranza dilagante e' il vero male da combattere. Il nostro modello di sviluppo ha sacrificato la ragione sull'altare del profitto. Questo e' il grande male a cui pare non esservi rimedio.

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  2. le tue considerazioni mi commuovono, c'è di che preoccuparsi. esistono però in Europa dei sussulti etici dei mercati. in alcune aziende illuminate (poche a dir la verità) si parla di low profit mentre le organizzazioni no profit sono aumentate a dismisura negli ultimi anni. e' come se ci fosse un senso di "abbuffata" generale.voglio essere ottimista a tutti i costi? forse sì ma ne sento il bisogno, voglio credere che il mio mondo occidentale e laico abbia ancora buoni argomenti per non morire.

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  3. Penso di capire cosa abbia spinto questo signore a scrivere questo libro...difende la sua fazione, difende il suo sistema. Sa che i capitali provenienti da altri continenti (quelli che fino all'altro giorno consideravamo sottosviluppati) stanno per prendere il sopravvento. E questo gli fa maledettamente paura. Paura di perdere il potere e con esso tutti i privilegi. Per evitarlo sa di dover combattere ma a combattere ci si fa male...per questo motivo meglio convincere qualcuno a farlo al posto loro. Mi sembra che la paura di essere colonizzati dall'islam sia un argomento sufficientemente convincente.
    Per quanto mi riguarda, ho già deciso...non combatterò né per l'una né per l'altra fazione...non é la mia guerra.

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