Gaza, bambini
Un
po’ sono arrabbiato con me stesso perché mi sono accorto di questa
storia molto tardi. Ma dato che l’attualità ci ricorda che il
martirio del popolo di Gaza non accenna a finire, è il momento
giusto per parlarne e riparare al non detto.
Questa
storia comincia il 7 ottobre 2010, quando la deputata PDL Fiamma
Nirenstein organizza a Roma la manifestazione “Per la verità,
per Israele” che ha lo scopo di:
“tornare
alla verità, quella di Israele assediata da nemici che lo circondano
d'odio, terrorismo e missili, quella di una società democratica
invisa a Paesi e gruppi per cui l'oppressione contro i propri popoli
è pari alla determinazione di distruggere lo Stato Ebraico, l'unica
democrazia dell'area mediorientale.”
Il
sito dell’organizzazione è questo.
Partecipa
alla serata, tra gli altri, Roberto Saviano, che nel suo intervento
di cinque minuti “elogia
lo stato ebraico come luogo di libertà e civiltà. Nel suo discorso,
lo scrittore ha parlato delle sue origini semite e ha dichiarato che
Israele è una «democrazia sotto assedio», Tel Aviv è «una città
che non dorme mai, piena di vita e soprattutto di tolleranza, una
città che più di ogni altra riesce ad accogliere la comunità gay»
e che «i profughi del Darfur, ad esempio, vengono accolti in
Israele»”
(da Wikipedia).
Ecco il video dell'intervento di Saviano, alzate il
volume perché la ripresa è pessima:
Il
10 ottobre 2010 Vittorio “Vik” Arrigoni, il gigante combattente
per i diritti umani a Gaza, risponde a Saviano:
Vittorio
sarà ucciso a Gaza il 15 aprile 2011. All'inizio del 2012, a chi
chiede una risposta per Vittorio, Saviano dice:
"Non mi ha fatto un invito. Non mi ha fatto nessun invito."
Un
nano e un gigante, ma il gigante muore.
Doppia
delusione da Saviano: primo perché uno scrittore come lui che ha avuto il
dono di saper tradurre la sua sensibilità in parole e che ha
raccontato la perdita della speranza a Scampia, dando una risonanza
enorme all'illegalità e alla violazione dei diritti, ha anche i
mezzi intellettuali per capire davvero che succede a Gaza.
Ma non li usa.
Ma non li usa.
Secondo,
perché proprio per le sue origini in parte semite, aveva la
possibilità di dire “fratelli, state sbagliando”.
Ma non lo ha fatto.
Ma non lo ha fatto.
Non
è la tragica attualità di Gaza che mi ha portato a parlare di
questa vicenda, ma un libro:
Da
questo libro, scritto dalla mamma di Vittorio, ho imparato tanto. Da
Vittorio, che ha dato tutto se stesso per la difesa dei più
elementari diritti umani a Gaza, e da Egidia, che come madre ha
sostenuto l'opera di Vittorio fino alla fine, anche quando sapeva che
un giorno sarebbe arrivata una telefonata. Ma non di Vittorio.
Restiamo umani.*
Restiamo umani.*
* “Restiamo umani”: con queste due parole Vittorio terminava ogni suo scritto da Gaza e ogni suo intervento in voce. Lo usava ripetutamente anche quando un suo compagno, esasperato, minacciava di prendere le armi contro Israele.
E' stato fatto proprio da tutti gli attivisti per i diritti umani che operano nella striscia di Gaza. Con questo nome è nata un'organizzazione che ha prodotto un “reading movie” di cui alcuni spezzoni sono disponibili on line: qui.
E' stato fatto proprio da tutti gli attivisti per i diritti umani che operano nella striscia di Gaza. Con questo nome è nata un'organizzazione che ha prodotto un “reading movie” di cui alcuni spezzoni sono disponibili on line: qui.
Ottimo blog. Chiaro, lineare, coerente. Ti seguirò in futuro.
RispondiEliminaHo appena commentato i video da te linkati, manifestando sdegno assoluto per Saviano, insulto all'intelligenza umana, allo stay human, vergogna d'Italia e dell'Italia nel mondo.
Grazie per i post.
Monica