Come qualcuno sa, “io su Marte ci abito”, e quindi non
sto nella pelle per ciò che accadrà lunedì 6 agosto, quando il più grande,
pesante e attrezzato laboratorio che sia mai stato realizzato per l’esplorazione
planetaria atterrerà su Marte: è il Mars Science Laboratory, affettuosamente
battezzato “Curiosity”.
Diciamo subito perché è importante questa missione: lo
scopo è quello di cercare acqua e tracce organiche di una vita passata. Ci aspettiamo
risposte che solo questo strumento ci potrà dare, almeno per molti anni a
venire. La missione è costata due miliardi e mezzo di dollari, e sarà l’ultima “ricca”
per molto tempo, dati i tagli al budget imposti dalla lunga crisi che stiamo
vivendo.
Curiosity ha a bordo una serie senza precedenti di
strumenti: una trivella, quattro spettrografi, tre telecamere di cui una in HD
che ci regalerà le immagini dell’atterraggio, un laboratorio chimico
automatizzato, un laser, un rivelatore di radiazioni e uno di neutroni (per la
ricerca dell’acqua) una stazione di analisi dei dati ambientali e una per
quelli atmosferici. Se v’interessano i dettagli sull’incredibile attrezzatura
di Curiosity, andate qui. Il tutto è grande come un’automobile e pesa
900 Kg; per questo ha bisogno di procedure di atterraggio completamente nuove.
Curiosity avrà il primo impatto con l’atmosfera marziana
intorno alle 6.30 di lunedì, dopo un viaggio di poco più di otto mesi per
coprire i circa 200 milioni di Km che ci separano da Marte. A quel punto inizieranno
sette minuti drammatici in cui nulla deve andare storto, dato che nessun
impulso inviato dalla Terra potrà intervenire a correggere alcunché, a causa
della distanza. Un segnale radio terrestre, infatti, impiega quattordici minuti per arrivare su Marte.
In sette minuti la velocità di Curiosity dovrà scendere
da 22.000 Km/h a zero, facendolo posare dolcemente sulla superficie.
Il tutto, che adesso vedremo nei passi principali, sarà
governato da un programma di 500.000 righe di codice installato nel computer di
bordo. Margine di errore ammesso: nessuno.
Prima di entrare in maggior dettaglio, godetevi questo
filmato di 11 minuti (HD a pieno schermo, mi raccomando!) che simula tutto ciò
che avverrà. Vi ricordate di “Wall-E”? Beh, invece qui sarà tutto vero:
Non è fantastico?
Dunque avete visto che la capsula contenente Curiosity si
surriscalderà all’impatto con l’atmosfera e sarà questo attrito a ridurre la sua
velocità fino a circa 2.000 Km/h. A questa velocità, a circa 7.000 metri dal suolo
marziano, si aprirà il più grande paracadute supersonico mai costruito, questo
(cliccate per ingrandire):
Il paracadute è progettato per resistere a una spinta di
30.000 Kg e causerà una decelerazione pari a 6G, una roba che ucciderebbe
qualunque essere umano.
Subito dopo lo scudo termico si staccherà, consentendo alla
telecamera e al radar di discesa di entrare in funzione. Il computer di bordo,
in base alle informazioni ricevute dai due strumenti, sceglierà il punto esatto
di atterraggio, che sarà nell’area del cratere Gale, questa:
Area
di atterraggio, clicca per ingrandire
A circa 1.800 metri di altitudine il modulo di discesa si
staccherà dall’involucro e i suoi retrorazzi rallenteranno ancora Curiosity
fino all’altezza di 20 metri dal suolo. Qui succederà il bello: dato che la
polvere sollevata dai razzi del modulo di discesa potrebbe danneggiare gli
strumenti, il modulo lascerà cadere Curiosity che vi resterà agganciato per mezzo di un cavo lungo 6 metri, finché le ruote, che nel frattempo si saranno
dispiegate in configurazione di atterraggio, non toccheranno la superficie
marziana.
Il
modulo di discesa ha sganciato Curiosity che resta appeso ai cavi. Le ruote stanno
per dispiegarsi, siamo a 20 m dal suolo.
Appena toccato il suolo, delle cariche esplosive faranno
staccare i cavi di sospensione e il modulo di discesa accelererà con i suoi
razzi per allontanarsi e andare a cadere da qualche parte lontana da Curiosity.
Il tutto, in 7 minuti, dovrà svolgersi in maniera
perfetta e senza nessun possibile intervento umano. Ci sono in gioco due
miliardi e mezzo di dollari e tanta aspettativa scientifica.
Un segnale, uno dei più attesi nella storia dell’esplorazione
spaziale, partirà da Curiosity: “atterrato, tutto bene”. Ma il segnale ci
metterà quattordici minuti per arrivare. Che suspence.
Il tutto in diretta TV, a partire dalle 6.30 del mattino (ora
nostra) di lunedì 6 agosto, qui oppure qui.
Non so se possiamo aspettarci delle immagini in diretta
da Marte (sempre differite di quei fatidici quattordici minuti). In ogni caso,
la NASA ci metterà a disposizione i filmati in un momento successivo. Io, che su
Marte ci abito, sarò sul posto.
Poi comincerà il lavoro di Curiosity, che durerà circa
due anni. Speriamo che la risposta attesa arrivi in tempo per farci diventare
un po’ più umili e saggi.
Pelle d'oca
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