sabato 15 ottobre 2011

Il bene e il male dell’eredità di Steve Jobs

1983 - Il ventottenne Steve Jobs presenta Lisa

Non voglio assolutamente sminuire il valore di Jobs, anzi. Sono un soddisfatto utilizzatore dell’iPad, e credo di non aver mai avuto la così netta sensazione di aver fatto un balzo nel futuro come con questa tavoletta. Però…

Ricordo benissimo quando, nel 1983, Apple presentò Lisa, il primo computer commerciale con le icone e il mouse. All’epoca un collega che aveva assistito alla presentazione mi disse: “ho visto una cosa pazzesca, è l’anti-informatica, funziona!”. Allora nessuno di noi immaginava ancora di interagire con un computer in maniera diversa da comandi testuali e codici.
C’era invece chi lo stava immaginando sin dal 1978, ed era Steve Jobs. Lisa fu un flop commerciale: costava un’enormità (9.995 dollari) e faceva ben poco; ma fu l’apri-pista per quello che arrivò dopo e che tutt’oggi è ancora lo standard dell'interazione grafica tra uomo e macchina.
Non era stata Apple a inventare il mouse e le icone, ma la Xerox. Ma solo Jobs, la prima volta che vide il mouse, lo immaginò su tutte le scrivanie del mondo e ne acquistò il brevetto per un piatto di lenticchie. Visioni che fanno la differenza.

Apple ha fatto delle gran belle cose, con profitti astronomici. Ma la mela è un mondo chiuso dove tutto dev’essere Apple, anche tutti i dispositivi periferici. Una prigione bellissima. 
Almeno Microsoft (lungi da me difenderla!) sviluppa sistemi che girano dappertutto.
Ho un rimpianto: se solo Jobs avesse dedicato un po’ del suo talento alla collettività e non solo all’impresa...  
Quindi, sepolto Jobs ecco una domanda: esistono altri visionari? E soprattutto, esistono dei veri talenti che mettono le loro idee al servizio della gente e non solo di un marchio? La risposta è sì, e ora voglio parlarvi di un paio di loro.

Cominciamo da queste sorprendenti parole pronunciate il 6 ottobre:

"Steve Jobs, pioniere del computer inteso come bella prigione, colui che ha progettato di separare gli stupidi dalla loro libertà, è morto. Come il sindaco di Chicago Harold Washington disse del corrotto precedente sindaco Daley: "Non sono felice che sia morto, ma sono felice che se ne sia andato". Nessuno merita di dover morire - né Jobs, né il Sig. Bill, né persone colpevoli di mali peggiori. Ma tutti ci meritiamo la fine dell’influenza maligna di Jobs sul computing. Purtroppo, quell’influenza continua nonostante la sua assenza. Possiamo solo sperare che i suoi successori, nel proseguirne l’eredità, siano meno efficaci."

Richard Stallman


Stallman, classe 1953, ha una laurea in fisica ad Harward e una lista impressionate di dottorati, di cui alcuni honoris causa. E’ un programmatore assolutamente geniale che ha rinunciato a diventare ricco, avendone tutte le possibilità.
Stallman ha un’idea fissa: il software deve essere libero. Nessun copyright, ma solo “copyleft”, un bel gioco di parole che colloca anche politicamente l’idea. Devo dire che mi piace. 
Il simbolo del “copyleft”

Nel 1985 fonda la “Free Software Foundation”, che definisce le regole del software libero, i tipi di licenza e le condizioni d’uso. La filosofia è quella dell’ “open source”: tutti possono avere a disposizione il codice del software che usano e modificarselo a piacimento, migliorarlo e distribuirlo. Ultimamente però Stallman ha affermato che sarebbe meglio parlare di “free software”, più fedele all’idea originaria di libertà di quanto non sia “open source”, che finisce per concentrare l’attenzione sulle caratteristiche e non sull’idea filosofica.
Stallman è oggi un attivista che non ha mai rinunciato alla sua battaglia per il software libero, perché è l’unica garanzia per restare liberi usando un computer. Sostiene che se non abbiamo il controllo di quello che fa il computer, se non abbiamo la possibilità di modificare tutte le sue funzioni, è il computer a usare noi e non il contrario.

Su quest’idea è basato lo sviluppo di importantissimi prodotti: il sistema operativo GNU/Linux, da cui deriva il mio preferito Ubuntu, il browser Mozilla Firefox, la suite LibreOffice (già nota come Open Office), per parlare dei più noti. Di tutti questi, per sempre assolutamente gratuiti, potete avere il codice sorgente e farne tutto ciò che volete, eccetto rivenderlo.

 La più recente versione di Ubuntu: “Oneiric Ocelot”
(clicca per ingrandire)
 
Certo, sapere di usare un software di cui nessun gruppo di potere può prendere il controllo direttamente o indirettamente, dovrebbe essere un nostro pensiero costante. Invece il mercato ci spinge a pensare solo alla bellezza e alla comodità.

Ubuntu, il sistema operativo che uso ormai da diversi anni, è figlio dell'idea di un altro visionario: Mark Shuttleworth:

 
Imprenditore sudafricano ricchissimo (nel 2002 è stato passeggero pagante di una missione spaziale per 20 milioni di dollari), ha messo a disposizione imponenti cifre per il progetto Ubuntu e la sua diffusione gratuita, sempre con le regole "open source". Ubuntu è e resterà per sempre gratuito, i diritti non possono essere acquistati da nessuno. 

"Ubuntu" è una parola in lingua Bantu che vuol dire “disponibilità verso gli altri”. Ecco cosa dice di questo sistema operativo Nelson Mandela: 

"Una persona che viaggia attraverso il nostro paese e si ferma in un villaggio non ha bisogno di chiedere cibo o acqua: subito la gente le offre del cibo, la intrattiene. Ecco, questo è un aspetto di Ubuntu, ma ce ne sono altri. Ubuntu non significa non pensare a se stessi; significa piuttosto porsi la domanda: voglio aiutare la comunità che mi sta intorno a migliorare?"

Maggiori informazioni su Ubuntu qui.
Non è il momento per una discussione sulle caratteristiche di Ubuntu, magari una volta ne parliamo, ma prima va compresa e apprezzata la sua filosofia.

Certo, uno che usa Ubuntu e l’iPad, parlo del sottoscritto, mi pare che non abbia deciso da che parte stare.   

1 commento:

  1. Come la vedo io: Jobs era un genio fortemente orientato al guadagno. Non è certo un peccato. Ma nell'esagerate celebrazioni che gli sono state dedicate (l'ho visto anche paragonato a Leonardo da Vinci!) c'è stata secondo me anche un'ammirazione sconfinata per il denaro che l'uomo ha saputo fare. Parafrasando: il denaro tira ...suscita rispetto soprattutto se è stato ottenuto con invenzioni popolari.
    Quello che mi ha colpito più di tutto è stato il tentativo di sfruttamento dell'immagine - la mela - da parte del PD. Non c'è niente da fare, ci dobbiamo sempre far riconoscere, campioni di furbizia, campioni ignoranti però. A Vendola un altro po' gli prendeva un colpo!

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