sabato 16 marzo 2013

Se questo è un uomo

 
Mi perdoni Primo Levi se gli ho “mutuato” il titolo del post, ma è la prima cosa che mi è venuta in mente dopo la lettura di quanto segue, a proposito dell’incendio della Città della Scienza di Napoli:

“Ho scoperto che nei capannoni dell’ex Italsider si propagandava l’evoluzionismo, una superstizione ottocentesca ancora presente negli ambienti parascientifici […]. Il darwinismo è una forma di nichilismo e secondo il filosofo Fabrice Hadjadj dire a un ragazzo che discende dai primati significa approfittare della sua natura fiduciosa per gettarlo nella disperazione e indurlo a comportarsi da scimmia. Dovevano bruciarla prima, la Città della Scienza.” 
Camillo Langone, Il Foglio, 7 marzo 2013 (testo integrale qui)

L’articolo è un florilegio di imbecillità, godetevele, ma adesso mi tocca tornare a difendere la teoria dell’evoluzione, come avevo già fatto qui.
Vi sarete accorti che negli ultimi anni (come al solito importiamo non-conoscenza dagli americani e ce la beviamo) si sente spesso dire che “in fondo, quella dell’evoluzione è solo una teoria”. Vero, ma una teoria scientifica non è come una "teoria" sentita al bar, di quelle del tipo “secondo me quei due se la intendono”.
La parola teoria ha un significato molto preciso nel linguaggio della Scienza, che non è quello del bar.

Potremmo pensare che uno scienziato si svegli al mattino e, mentre sorseggia il caffè, butti giù qualche riga relativa a un’idea che gli è balenata di notte e in questo modo sviluppi una teoria.
No, no, no. Nella lingua della Scienza una teoria è un punto d’arrivo, non di partenza. Si parte dall’osservazione e si sviluppa un modello (ipotesi) che possa fornire una spiegazione a quanto osservato. Il modello per essere tale deve offrire la possibilità di verifica delle predizioni in esso contenute, e solo dopo moltissime verifiche (soggette alla validazione di molti scienziati, non di uno solo) diventa una teoria. Una volta che la teoria è accettata continuano le verifiche e gli eventuali suoi aggiustamenti, o anche del suo modello. Lo schema di sviluppo è riassunto qui (da Wikipedia):


Ben raramente, quasi mai, una teoria scientifica può essere provata fino a derivarne una legge, perché per giungere a questo stadio dovremmo presumere che tutto l’osservabile è stato osservato. E perché spesso non riusciamo a riprodurre un fenomeno che è spiegato dalla teoria.
Pensiamo alla relatività, che pur ricevendo continue conferme, non consente di essere riprodotta in laboratorio e quindi è destinata a essere non provata, ma è accettata al punto tale che molti sviluppi tecnologici ne fanno uso nei loro calcoli e producono tecnologia che funziona (ne abbiamo parlato qui).

La teoria dell’evoluzione si trova in questo stadio e vi resterà ancora per secoli, a meno che non sia rigettata da una nuova teoria, così come la rivoluzione copernicana costrinse a rigettare la teoria geocentrica. Oggi si legge ogni tanto sulla stampa che “Darwin aveva torto”, ma si tratta sempre di distorsioni giornalistiche che riportano opinioni di scienziati sulle lacune della teoria, che indubbiamente ci sono, ma non possiamo riempirle di aria fritta.
Sarebbe come dire che, dato che Copernico ha commesso l'errore di prevedere orbite circolari per i pianeti e non ellittiche, la sua teoria è da rigettare e dobbiamo rimettere la Terra al centro dell’universo.
Quella dell’evoluzione è la miglior teoria di cui disponiamo sulla speciazione, ma da bravi razionali non possiamo escludere che un giorno ne arrivi un’altra che la soppianti; il che, allo stato delle conoscenze, sembra molto improbabile.

E’ invece molto probabile, e accade spesso, che sia sotto attacco da parte dei creazionisti, nonostante la teoria contenga in se stessa degli elementi perfetti per un ottimo compromesso tra la spiegazione teista e quella razionale:
alla base della teoria, infatti, ci sono le mutazioni genetiche che poi vengono validate o meno dalla selezione naturale in base all’adattamento ambientale. Se funziona, nuova specie, se non funziona, come non detto. Ebbene, queste mutazioni genetiche sono definite casuali dalla Scienza, il che lascia tutto lo spazio possibile al credente di ritenere invece che esse siano decise da un creatore. Ben lo rappresenta Joseph Ratzinger: 

“Davanti alla questione fondamentale irrisolvibile dalla stessa teoria dell'evoluzione - se comandi l'insensatezza o il senso - la fede esprime la convinzione che il mondo nella sua interezza, come dice la Bibbia, venga fuori dal logos, cioè dal senso creatore, e rappresenti la forma contingente del suo proprio compimento.” 
Joseph Ratzinger, Fede nella creazione e teoria dell’evoluzione, 1969, testo integrale qui

“La forma contingente del proprio compimento”, un concetto perfettamente evoluzionistico che comporta però l'esistenza di un fine, campo nel quale la Scienza non si addentra, preferendo un onestissimo “non lo so e non mi riguarda”.
"Insensatezza o il senso"? La Scienza dice la prima (il caso), la religione dice il secondo (Dio), ma la teoria resta comunque in piedi, non occupandosi affatto del perché e del fine ultimo.
E allora, cari creazionisti, perché non prendete quello che la teoria vi offre su un piatto d'argento? 

Dopo avervi tediato con cotanta prosa da ignorante consapevole, voglio tornare un attimo al nostro delizioso autore di cui si parlava all’inizio, per una chicca finale. Scopriamo infatti che lo stesso ha scritto nel 2011: 

Togliete i libri alle donne: torneranno a far figli

“Gli studi più recenti denunciano lo stretto legame tra scolarizzazione femminile e declino demografico. La Harvard Kennedy School of Government ha messo nero su bianco che «le donne con più educazione e più competenze sono più facilmente nubili rispetto a donne che non dispongono di quella educazione e di quelle competenze». 
E il ministro conservatore inglese David Willets, ha avuto il coraggio di far notare che «più istruzione superiore femminile» si traduce in «meno famiglie e meno figli». Il vero fattore fertilizzante è, quindi, la bassa scolarizzazione e se vogliamo riaprire qualche reparto maternità bisognerà risolversi a chiudere qualche facoltà.” 
Camillo Langone, Libero, 16 marzo 2011 (testo integrale qui

Mi permetto di giudicare la validità della teoria dell'evoluzione con la misura della qualità dei suoi detrattori. Mi pare di poter dire che Charles Darwin è in una botte di ferro.

1 commento:

  1. "Botte di ferro" che viene messa in discussione da personaggi di dubbio gusto e cultura, a cui secca la sola idea di avere in comune con gli scimpanzè un antenato primate. Inutile dire che da donna "non nubile" nella mia "totale ignoranza" preferisco lo scimpanzè ad un uomo così.

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