Deinococcus Radiodurans, si chiama. Vediamo se riesco a farvi stupire come lo sono io su questo incredibile batterio che nutre l’ammirazione di tutta la comunità dei batteriologi, oltre a sollevare molte questioni senza risposta. Sono gli scienziati che l’hanno chiamato “Conan il batterio”, loro che non avevano mai visto una roba così.
Naturalmente è anche il supereroe di tutta la comunità dei batteri, che tifano per lui in caso di olocausto nucleare. Sì, perché a Conan le radiazioni gli fanno un baffo.
Normalmente un’esposizione alle radiazioni di 10Sv è sufficiente a uccidere uno di noi. Conan resiste egregiamente a 15.000Sv e neanche si arrabbia più di tanto. Non solo, resiste a condizioni mostruose di freddo, siccità, magnetismo, radiazione ultravioletta. Esposto a 24 ore di Bruno Vespa non ha fatto una piega.
Scoperto per caso nel 1956, vive più o meno dappertutto e non è portatore di nessuna malattia. Si presenta in “tetradi”, gruppi di quattro individui:
Le tetradi di Deinococcus Radiodurans
Come fa a resistere alle radiazioni? Si fa scassare il DNA dalla radiazione, come tutti noi, però poi lo ripara in 12-24 ore, ricostruendolo esattamente com’era a partire da alcune “copie” che si era conservato. Quindi mentre noi perdiamo la nostra capacità di riproduzione cellulare e in breve tempo passiamo a miglior vita, il Deinococcus Radiodurans torna come nuovo. Solo, se fossi negli scienziati che lo studiano, starei attento a non farglielo troppe volte, anche la pazienza di Conan ha un limite…
Ora, io che sono un evoluzionista di ferro, vacillo. Non c’è mai stata sulla Terra, in tutta la sua storia di 4,6 miliardi di anni, una radiazione naturale così elevata da costituire la pressione selettiva necessaria perché questo batterio sviluppasse questa competenza.
E’ come se la natura avesse sviluppato un pesce capace di nuotare nel mercurio; questo non è successo perché un mare (o almeno un lago) di mercurio sulla Terra non c’è.
“La natura non manca del necessario e non abbonda di superfluo”, come la mettiamo, Aristotele? A che serve ‘sto mostro?
Potevano mai i creazionisti non interessarsi al Deinococcus Radiodurans? Ovviamente no! Ecco un discorso delirante che “dimostra” come Conan non possa che essere una creazione di Dio:
Fallaci, ignoranti e fragili, cadiamo nella trappola della spiegazione necessaria. No, non è necessaria alcuna spiegazione; siamo troppo piccoli e ignoranti per pretendere di avere una risposta subito, per ora ci limitiamo a dire “non lo so” e con questo creiamo i presupposti per la speculazione scientifica. Certo, qualche ipotesi la possiamo pure fare, poi starà agli addetti ai lavori percorrerle oppure no.
Per esempio, la resistenza alla radiazione potrebbe essere un sotto-prodotto di un’altra competenza: la resistenza alla siccità.
Per esempio, Conan potrebbe essere di origine non terrestre.
Per esempio, potrebbe essersi affermato solo dopo i primi esperimenti nucleari…
Questo batterio è interessante anche per le future missioni su Marte: vivrebbe senza troppi problemi nell’atmosfera marziana e potrebbe costituire la base per creare i farmaci necessari agli equipaggi umani, evitando di trasportare dalla Terra un’intera farmacia. La NASA ci sta facendo un pensierino, dettagli qui.
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