domenica 19 giugno 2011

Ordinaria vita di caverna


I capricciosi dèi massacrano il mondo e i poveri umani con eventi naturali in maniera del tutto imprevedibile. Meglio tenerseli buoni, perché di colpe da farci perdonare ne abbiamo tante, anche quelle che non abbiamo ancora capito.
Ecco il senso di colpa che caratterizza l’umanità dai suoi albori a oggi e lo stato della conoscenza più o meno fino a 2.500 anni fa. Due millenni e mezzo sono uno sputo di tempo, se è vero com’è vero che l’Homo Sapiens appare sulla terra qualcosa come 200.000 anni prima. E la scrittura, poi, ci aiuta solo da 5.000 anni o poco più.  
Un paio di centinaia di millenni durante i quali abbiamo capito poco, temuto molto, assai vissuto con il nostro tubo digerente: andare a caccia, mangiare, evacuare, andare a caccia, mangiare e così via. Un uomo che dava ragione a Schopenhauer.

Però, dato che il nostro antenato Homo Erectus ci aveva già insegnato a controllare il fuoco, ci si sedeva e si parlava. Probabilmente parlavamo con un lessico poverissimo ma eravamo già polemici, avevamo già le liti condominiali: quello della caverna accanto ha lasciato imputridire i resti del suo pasto davanti alla mia caverna. E che diamine!   
  
Guardavamo cadere dal cielo tante cose, non tutte amiche: pioggia, grandine, neve, fulmini, cenere vulcanica. E siccome conoscevamo già il rapporto tra causa ed effetto, perché sapevamo che un animale o un uomo poteva morire per opera nostra, tutta quella roba dal cielo doveva pur mandarcela qualcuno. E se ce la mandava forse era arrabbiato, e se era arrabbiato dovevamo aver fatto qualcosa che non gli era piaciuta.
A volte però non ce lo spiegavamo proprio; perché mi hai incendiato la capanna se io non ho fatto niente? No, ma devo per forza aver fatto qualcosa che non va, non me ne sono accorto. Vuoi vedere che è stato quello lì che adesso fa l’indiano? Una bella randellata in testa.       

Accidenti, la carne da essiccare è quasi finita. Dobbiamo partire, staremo fuori diversi giorni, pure con quell’antipatico del vicino. Ma se non vado con lui, col cavolo che riusciamo a portare a casa qualcosa da mangiare. Lui stana, io aspetto la preda che lui fa scappare verso di me, io uccido. Fifty-fifty.   
Per duecentomila anni il maschio lasciava la tana per andare a caccia, per duecentomila anni il maschio doveva farsi una mappa mentale per ritrovare la strada di casa. Il GPS nasce duecentomila anni fa, ma era molto più sofisticato: era fatto solo di neuroni.
Come molte signore sanno, il pressoché inutile cervello del maschio serve a una cosa: ritrovare l’albergo quando i piedi sono gonfi. L’unico problema è che il maschio torna spesso in albergo pieno di stronzate acquistate che poi allineerà su uno scaffale appena tornato a casa. Il collezionista ha colpito ancora. 
Tutto comincia duecentomila anni fa: questo sasso è ottimo per fare una punta di lancia, anche questo e quest’altro, e poi questo ramo si presta bene a fare un cucchiaio. Metti nella sacca e porta casa. Una volta a casa allinea le pietre lì, che poi vediamo quale scegliere.
Fu allora che la signora cavernicola inventò l’espressione “Che palle!1. E continuando: “Ma non vedi che poi il bambino mette in bocca i sassi e li ingoia? Inventami la pentola, invece di raccogliere immondizia in giro!” E fu allora che il cavernicolo maschio inventò lo scaffale alto, e con esso lo sciagurato bricolage. Ma per fare lo scaffale serve il pezzo di legno adatto, meglio andare a raccoglierne un po’… da tenere lì intanto che ci penso, l’invenzione della pentola può aspettare.  
E, sempre allora, nacque il divorzio.

Taluni studiosi invece ritengono che l’espressione sia nata come apprezzamento verso il maschio, ma la discussione è aperta. 


Pensate, volevo parlare di Talete e Anassimandro, invece la penna è partita per i fatti suoi.  

2 commenti:

  1. insomma "dal tubo digerente a quello catodico": mentre l'uomo della caverna controlla il fuoco e gli eventi atmosferici dalla finestra della caverna, quello moderno rientra nella tana e controlla il tubo catodico, sempre vigile e attento da non lasciarsi sfuggire nessun evento(ecco inventato lo "zapping", fenomeno che consente di controllare bene che non ti sia sfuggito nulla su qualche altro canale...). :-) vale

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  2. secondo i dati in mio possesso il divorzio è nato in tempi più recenti, dopo l'invenzione del camino. Prima non si riusciva ad eliminare il ragionevole dubbio che il fumo che invadeva le caverne fosse il responsabile dell'errore nell'individuare il destinatario della randellata in testa di cui sopra

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